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Un museo sull’omosessualità a Torino: la proposta della fondazione Sandro Penna – Fuori! alla nuova amministrazione

Un museo sull’omosessualità a Torino: la proposta arriva da Angelo Pezzana e Maurizio Gelatti, presidente e co-presidente della fondazione Sandro Penna – Fuori! che ha appena chiuso una mostra di ottimo successo sia di pubblico, sia mediatico dedicata ai cinquant’anni del FUORI! – il primo movimento italiano di liberazione omosessuale. L’invito è arrivato attraverso una lettera aperta al neo-sindaco torinese Stefano Lo Russo e tiene conto di diversi aspetti legati alla natura stessa del capoluogo torinese «Esistono ragioni sia di carattere storico che di attualità che fanno di Torino il luogo ideale per un progetto di questo genere – spiega Maurizio Gelatti – In primis a Torino è nato e si è sviluppato il movimento omosessuale italiano, così come documentato dalla mostra che abbiamo appena chiuso. Ci sono poi aspetti legati alla storia più o meno recente della città, uno su tutti il fatto che l’Università di Torino sia l’unica in Italia ad aver attivato un corso di storia dell’omosessualità. Infine l’anno prossimo a ottobre la città ospiterà l’assemblea di Epoa, il coordinamento di tutti i Pride europei, appuntamento al quale saranno presenti tutti i principali stakeholder lgbtqi+ e che potrebbe rappresentare il momento ideale per lanciare il progetto intercettando il sostegno di questo organismo internazionale»

L’idea è quella di promuovere uno spazio interattivo che ripercorra la storia del movimento assolvendo a tre funzioni principali «In primis, trattandosi di un museo, c’è l’aspetto culturale – prosegue Gelatti – attraverso l’esposizione di uno spezzone tematico di storia del nostro paese. C’è poi l’aspetto educativo, attraverso il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado, che permetterebbe di costruire un tassello importante nella lotta all’omofobia e alle discriminazioni in generale. C’è infine anche un tema legato al turismo lgbt, una realtà in grado di catalizzare flussi importanti e attrarre capitali: molti studi dimostrano che si tratta di un turismo mediamente colto, con capacità di spesa interessante e tendenzialmente fidelizzato».

Quella di Torino non sarebbe la prima realtà di questo genere: nel mondo esistono già realtà più o meno strutturate che affrontano il tema dell’omosessualità da un punto di vista divulgativo «Nel mondo – conclude Gelatti – sono numerose le esperienze che affrontano il tema lgbtqi+, attraverso spazi museali o sezioni all’interno di grandi musei, o ancora archivi visitabili come quello della Fondazione Sandro Penna – Fuori! che ospita al suo interno migliaia di reperti e che, al di là della mostra appena conclusa, è visitabile su appuntamento nella storica sede di Via Santa Chiara. Per quanto ci riguarda la fonte di ispirazione è lo Schwules Museum di Berlino: un museo piccolo per dimensioni ma molto ben strutturato, che è nato nel 1985 e ha vissuto un importante percorso evolutivo grazie al supporto progressivo di numerosi soggetti».