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La coralità della fede

Celebrate con me il Signore, esaltiamo il suo nome tutti insieme
Salmo 34, 3

Tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in Gesù Cristo; perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l’Amen alla gloria di Dio
II Corinzi 1, 20

Il Salmo 34 è un salmo di ringraziamento e lode: il Signore ha ascoltato il grido dell’orante che chiedeva soccorso; il Signore ha risposto – come dirà il salmista più avanti – e lo ha liberato da tutto quanto gli incuteva terrore.

Il Signore è vicino a coloro che soffrono, nel corpo e nello spirito. Il salmista ci invita a fidarsi di Dio, ad affidare a Lui le nostre pene: viene ribadita ancora una volta l’importanza della preghiera, che ci apre al dono della vita che il Signore ci offre.

Nel nostro versetto, colpisce questo “celebrate con me”: il salmista si rivolge alla comunità e la invita ad unirsi a lui nella celebrazione. E di nuovo nel secondo verso, chiede alla comunità di esaltare il nome di Dio “tutti insieme”.

Si ribadisce la coralità della fede; prima, di quella ebraica, e poi ugualmente di quella cristiana. La nostra fede si esprime sì, anche nel silenzio della nostra cameretta, ma soprattutto nella coralità: la comunità riunita assieme nel culto domenicale. 

È una dimensione che talvolta può capitare di considerare non così importante; ancora di più in questo periodo fatto di incertezza e di timore, provocate dalla pandemia. È più facile seguire un culto da casa, tramite la piattaforma Zoom. Ma è ben diversa la coralità del culto in presenza, l’ascolto e la predicazione sentiti dal vivo; l’incontro con le nostre sorelle e i nostri fratelli di fede; il canto corale, la preghiera del Padre Nostro recitata tutti assieme – Padre Nostro, appunto, non Padre mio. È proprio questa preghiera, tutta alla prima persona plurale, che ci ricorda ogni giorno la coralità della nostra fede cristiana.