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Torna Sabir, il festival diffuso delle culture mediterranee

A due anni dalla V edizione e dopo la partecipata sessione virtuale dell’era Covid, il Festival Sabir torna in presenza per la seconda volta in Puglia, a Lecce.

Partito da Lampedusa (1-5 ottobre 2014), passato da Pozzallo (11-15 maggio 2016), Siracusa (11-14 Maggio 2017) e Palermo (11-14 ottobre 2018). Dal 16 al 19 maggio 2019, uscito per la prima volta dalla Sicilia e approdato in Salento. La VII edizione si terrà dal 28 al 30 ottobre 2021 in presenza ancora nel capoluogo salentino.   

Il Festival è stato e continua ad essere un luogo di condivisione, scambio e proposta. Un luogo che ha dato voce alle associazioni, ai movimenti e alle organizzazioni sociali del Mediterraneo che attraversano Africa ed Europa e si incontrano sulle  sponde del Mediterraneo.

Per questi motivi gli organizzatori hanno deciso di tornare a incontrarsi a Lecce, affrontando le incertezze che derivano da una pandemia in continua evoluzione, con l’obiettivo di ridurre la distanza che un modello di società ingiusta e ineguale ha creato tra le due sponde del nostro Mare. 

L’emergenza sanitaria ha reso ancora più necessario e urgente un cambiamento radicale del modello di sviluppo del pianeta e una riscrittura politica e culturale delle relazioni nello spazio pubblico.

Le diseguaglianze e le ingiustizie allargano la forbice tra chi vive con molto poco e chi ha troppo, producono una generale insicurezza e rendono instabile anche la vita di chi pensava di sentirsi al sicuro.

Il Festaival vuole «offrire strumenti di riflessione per cercare insieme i modi per affrontare questo evento spartiacque, nuove vie in direzione di quello che si vorrebbe fosse il mondo post pandemia, per essere protagoniste e protagonisti di un cambiamento necessario, che risponda alle contraddizioni di un sistema che produce disuguaglianze, marginalità, devastazione ambientale e povertà. E la strada è ancora lunga.

Il Mediterraneo rischia di essere ancora uno dei teatri principali delle contraddizioni della modernità ed è in questo spazio e di questo spazio che dobbiamo continuare a occuparci e a prenderci cura, a partire dai territori e dalle comunità locali».

Tra i temi che il Festival affronterà ci saranno la situazione in Afghanistan e la risposta europea e italiana a questa crisi annunciata  La tragedia afghana ha fatto emergere i limiti e le contraddizioni di un occidente e di una Europa sempre più egoisti e chiusi. La solidarietà tra stati membri, verso i paesi terzi e soprattutto verso rifugiati e rifugiate e migranti deve diventare parte delle politiche dell’UE e degli Stati non solo nella loro azione esterna, facilitando chi ha diritto di essere accolto con vie d’accesso legali, ma anche dentro i propri  confini, con la lotta al caporalato e allo sfruttamento dei e delle migranti: tutti temi al centro dell’ impegno degli organizzatori.

Per questo, concludono gli organizzatori, «sarà importante tornare a parlare del Patto europeo su Asilo e Migrazione e dar spazio al dialogo tra reti internazionali, nazionali e locali e istituzioni. L’obiettivo sarà rilanciare un’idea alternativa di solidarietà, cooperazione e accoglienza, in contrapposizione alle politiche di esclusione, confinamento ed esternalizzazione su cui si centrano le agende politiche europee e nazionali». 

Il Festival diffuso delle Culture Mediterranee, promosso da ARCI, insieme a ACLI, Caritas Italiana e CGIL, in collaborazione con ASGI e Carta di Roma, e con il patrocinio di istituzioni locali e nazionali, offre un’occasione di incontro con l’obiettivo di costruire alternative possibili ai muri, alle distanze e ai confinamenti.

Gli incontri in presenza avranno numeri contingentati nel rispetto delle limitazioni a tutela della salute di tutti e tutte. I principali eventi saranno ripresi e trasmessi anche online, per dare la possibilità a più persone possibili di seguire gli incontri, le formazioni, le conferenze e le proposte culturali. Info e prenotazioni qui.

 

Foto: un momento dell’edizione 2019