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Basta con i compromessi, è in gioco il futuro

Abbiamo chiesto ad alcune ragazze che hanno partecipato ai vari eventi per il clima organizzati in diverse città italiane tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, di raccontarci le loro esperienze e sensazioni: la loro maturità ed energia sono un esempio per tutti!

Novara

Il 24 settembre si è tenuto in tutto il mondo lo sciopero globale per il clima e anche Novara ha partecipato a questo sciopero.

Insieme ai Fridays for Future di Novara c’erano anche i giovani della chiesa metodista di Novara che hanno collaborato insieme a loro nell’organizzazione e nella preparazione dei materiali.

Come giovani cristiani appartenenti alla famiglia metodista nel mondo è stato un momento molto intenso e molto bello, in quanto siamo stati ascoltati non solo come giovani, ma come giovani cristiani.

Attraverso questo sciopero siamo riusciti a condividere il messaggio della campagna internazionale Cj4a e l’appello dei giovani metodisti in Italia e dei giovani evangelici di Milano.

L’aver partecipato a questo momento è stata l’occasione per noi di far sentire le nostre voci alla nostra città ed essere promotori di un cambiamento non solo nelle nostre comunità ma anche nella nostra città.

Irene Abra

Torino

24 settembre, sciopero globale per il clima: tornare a manifestare in piazza e fisicamente è stato quasi surreale e, dopo questo lungo periodo che ha azzerato ogni nostra aspirazione o ambizione, mi ha riempita di rinnovata energia e di nuova voglia di futuro. Tutti e tutte insieme, uniti e unite da una stessa preoccupazione, da una comune rivendicazione, da un solo grido, che porta le parole chiave di giustizia climatica, espressione che rispecchia la complessità legata al tentativo di cercare e trovare una soluzione alla crisi climatica che stiamo vivendo. È stato come tornare a sentirsi compresa, è stato come sentirsi parte di un cambiamento molto più grande di noi e si è avvertita tutta la potenza di una generazione che non vuole scendere a compromessi col proprio futuro.

Si avverte uno strano senso di fierezza e orgoglio. Mi sento orgogliosa della maggior parte dei miei coetanei, di coloro che erano presenti e non, perché non lo sappiamo ancora, ma siamo veramente il cambiamento e non è solo il fervore tipico della gioventù di ogni tempo (la nostra è quasi, e letteralmente, una “gioventù bruciata”, in tutti i sensi) a portarmi ad affermare questo. Su tutti i versanti, manifestiamo un grado di sensibilità, a volte giusta suscettibilità, maggiore rispetto alle generazioni precedenti. Una sensibilità più acuta che smaschera e soverchia quelle sovrastrutture insite nella nostra società patriarcale, capitalista e consumista, che abbiamo inevitabilmente interiorizzato e di cui prendiamo consapevolezza e distanza. Ci misuriamo con una nuova coscienza: più plurale, inclusiva, intersezionale. 

I movimenti sociali hanno lo scopo principale di fare pressione, di concentrare l’attenzione su determinate problematiche (in questo caso, vere e proprie minacce ecologico-esistenziali) e acquisire la giusta visibilità e importanza nel dibattito pubblico e politico. 

La soluzione non saranno di certo le proteste, la soluzione ha bisogno di azione collettiva globale, la soluzione sarà multilivello e comporta un’azione da intraprendere contemporaneamente su molteplici livelli. La soluzione, semmai ci sarà una “soluzione”, non sarà affatto semplice. Parlare di giustizia climatica sintetizza proprio il grado di complessità legato alla questione ambientale e denota la nostra volontà di essere parte del processo decisionale, non solo di creare allarme o di sfociare nel mero allarmismo. 

Non c’è giustizia sociale senza giustizia climatica. Ma se non sarà perseguita la giustizia climatica, ogni azione intrapresa nel contrasto alla crisi climatica sarà un duplice fallimento.

Questo lo sappiamo e per questo ci uniamo – e continueremo a unirci – in protesta.

Miriam Cannella

Napoli

Sabato 25 settembre è stato organizzato al Centro Casa Mia E. Nitti un culto sul tema della cura del creato. A differenza dei flashmob e delle manifestazioni a cui ho partecipato in quei giorni, è stato un momento di riflessione sul tema e sul percorso fatto fino a quel momento. Organizzato insieme al Gruppo giovani di Napoli, lo abbiamo condiviso con le chiese del Circuito. Il messaggio condiviso ha beneficiato e rinforzato l’importanza del messaggio e dello scopo del progetto a livello intergenerazionale.

Sara Cortini

Intanto l’agenzia stampa Nev-Notizie Evangeliche dà notizia del nuovo video, il numero 7, della  campagna guidata dalle giovani e dai giovani della famiglia metodista globale per il clima Climate Justice for All (Cj4a), Giustizia climatica per tutte e tutti.

Questo mese il cortometraggio e le risorse liturgiche si focalizzano sulle comunità in alcuni paesi dell’Africa e nello specifico da Ghana, Nigeria, Zimbabwe, Kenya. Per le risorse liturgiche è coinvolto anche l’Uganda.

Scopo del video è «far conoscere gli impatti del cambiamento climatico sull’agricoltura e l’acquacoltura in Africa. Ascoltare le storie degli agricoltori in Ghana, Nigeria e Zimbabwe mentre sperimentano e si adattano ai cambiamenti climatici. Ascoltare le storie di speranza delle comunità in Nigeria, Kenya e Zimbabwe, e scoprire come si stanno adattando alle sfide presentate dal cambiamento climatico. L’attivismo dei giovani che hanno contribuito alla stesura delle risorse liturgiche e dei contenuti multimediali».

La campagna metodista dei giovani per il clima ha respiro mondiale. Fra i suoi punti di forza, c’è il coinvolgimento diretto di persone, comunità e governi, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop26).

Questo video, come i precedenti su Scozia, Pacifico, Zambia, Uruguay, India e Italia, si trova su YouTube, canale “Climate Justice for All”; per le risorse liturgiche e altri materiali: https://worldmethodistcouncil.org/resources/.