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La misericordia di Dio

Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al Signore che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare
(Isaia 55, 7)

Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre
(Giacomo 1, 21)

 

Una riflessione basata sul sentito dire e su una presa di distanza dall’ebraismo, sostiene che nell’Antico Testamento, la Bibbia ebraica in uso nella sinagoga e anche in tutte le chiese cristiane, presenta un Dio giudice. Quindi, il Dio degli ebrei è un giudice inflessibile, che valuta ogni azione in base alla legge ed emana giudizi pesanti. Gli ebrei di ieri e di oggi sono sotto il peso di questa visione, una minaccia sempre presente nel corso di tutta la vita.

Quando poi si legge l’Antico Testamento, s’incontra una parola, come questa del profeta Isaia, che parla di conversione, di pietà di Dio e di perdono. Sappiamo bene che ogni persona umana sbaglia, sia verso il proprio prossimo, sia verso Dio. Se la Bibbia ci presentasse soltanto il lato punitivo di Dio, il Dio giudice severo e inflessibile, non ci sarebbe scampo per nessuno.

Ma il Dio biblico non è così. Il Dio biblico è un Dio pieno di pietà, cioè di misericordia, e laddove c’è una persona che, riconosciute le contraddizioni nelle quali vive, intende cambiare strada, cambiare mentalità verso Dio e verso gli altri, trova un Dio pronto nel perdonare. Pietà vuol dire che Dio si prende cura di noi tutti; misericordia che Dio si muove benevolmente verso di noi. La misericordia non annulla la legge, ma pone un limite alla sua valenza: non c’è soltanto la legge, ma anche la misericordia. Anzi, laddove c’è la legge, c’è anche qualcosa di molto superiore ad essa: la grazia e la misericordia di Dio. La legge vale ancora, ma la misericordia vale molto di più.

Foto: “Cappella del perdono, pietro lombardo, 05” by SailkoOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.