generico-2018-698935

Mimmo Lucano, Federazione delle chiese evangeliche: «Esperienza di Riace non è sotto processo»

«Non sta a noi commentare la sentenza del tribunale di Locri ma certamente queste non sono buone giornate per chi crede nelle politiche dell’accoglienza e dell’integrazione – dichiara Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia -. La severissima condanna inflitta all’ex sindaco di Riace rischia di essere un giudizio sull’esperienza che per anni è stata condotta in questo piccolo comune calabrese, nel quale é stato possibile realizzare un modello di integrazione che è stato apprezzato in tutta Europa. Questa esperienza non è sotto processo e non è stata condannata. Al contrario, crediamo che meriti di essere ripresa e valorizzata, come peraltro accade in altri comuni della stessa Calabria.

I prossimi livelli di giudizio decideranno se confermare la sentenza e la misura della condanna ma quello che non possiamo accettare è un giudizio sommario e vendicativo su quella che resta una delle idee più brillanti e più creative nel campo dell’accoglienza: attivare le energie di un intero paese, un piccolo paese del Sud, per rigenerarlo e dargli una nuova vita nella prospettiva di una società che accoglie e integra».

L’ex sindaco Mimmo Lucano è stato condannato a 13 anni e 2 mesi nel primo grado di giudizio del processo a suo carico: cadute le accuse di favoreggiamento dell’imimgrazione clandestina, sono rimaste in piedi presunti reati i reati contro la pubblica amministrazione, la pubblica fede e il patrimonio. 

Nel 2018 – racconta Gian Mario Gillio nel suo articolo – la Federazione delle chiese evangeliche in Italia affermava: «Come evangelici italiani, che da anni si impegnano in azioni di accoglienza e integrazione, sentiamo che Riace “appartiene anche noi”», ribadendo «la disponibilità a sostenere l’esperimento Riace e altri simili» che si stavano sviluppando in Calabria. 

Nessuno, ad esempio, racconta l’esperienza di Camini, località a pochi chilometri da Riace e dove da anni si attuano con successo iniziative di intergrazione e di accoglienza, soprattuto a beneficio di donne particolarmente vulnerabili. Ed è con questa esperienza che il programma Mediterranean Hope della Fcei si trova attualmente impegnato e partecipe. Modelli di buone pratiche solidali e multiculturali.