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Riconoscere insieme il futuro di Dio

Discerning God’s future together” (Riconoscere insieme il futuro di Dio): questo il titolo dellassemblea annuale della Federazione battista europea (Ebf) che si è tenuta ad Amsterdam dal 22 al 25 settembre. 

Si è trattato di un evento di una certa intensità anche emotiva, re-incontrarsi dopo quasi due anni di pandemia non è stato indifferente. L’assemblea ha avuto modalità mista: 70 tra delegati e ospiti erano presenti in loco e 51 hanno seguito e votato online. Oltre la gratitudine del ritrovarsi, il Council è stata anche l’occasione per esprimere gratitudine al Signore per il servizio di Tony Peck, segretario generale dell’Ebf per 17 anni. 

Tony Peck ha ricordato come la sua prima visita ad un’Unione Battista in quanto segretario generale è stata in Italia, nel 2004, in occasione dell’elezione come presidente dell’Ucebi della pastora Anna Maffei. Nel suo discorso di commiato ha evidenziato come a guidare il suo servizio sia stato il paradigma della Koinonia, una comunione tra sorelle e fratelli mai da dare per scontata ma da riconoscere come dono di Dio. Ha inoltre sottolineato come la Federazione battista europea non sia un’unione di chiese o una super unione, ma il tentativo di riconoscersi tutte e tutti discepoli di Cristo, grazie ad un cammino comune, cammino più importante del raggiungimento dell’unità stessa, e retto da un patto (covenant), tra le Unioni. 

L’Ebf partecipa alla vita della Conferenza delle chiese europee (Kek): il suo presidente Christian Krieger nel saluto all’assemblea e al segretario generale uscente ha ricordato l’importante contributo delle chiese battiste nella commissione Teologia e società, e l’impegnò di Tony Peck per la libertà religiosa e di coscienza. Ha inoltre fatto appello alle tante Unioni che ancora non sono membro della Kek ad aumentare la propria partecipazione, in un momento in cui è urgente portare una parola che sia di servizio, di annuncio dell’evangelo e di denuncia dei mancati diritti civili e di libertà religiosa. 

Durante l’assemblea si è proceduto all’elezione del nuovo segretario generale dell’Ebf: Alan Donaldson, già segretario generale dell’Unione battista di Scozia, è stato proposto dopo una ricerca di quasi due anni. Il suo insediamento è avvenuto durante il culto di chiusura dell’assemblea. Accanto a Donaldson è stato eletto il nuovo presidente, Stephan Gisinger, dalla Svizzera, e il nuovo vicepresidente Mateusz Vichary, dalla Polonia. 

L’assemblea ha votato un ordine del giorno sul cambiamento climatico, in vista della COP26 che si terrà in Scozia in novembre. In particolare, si chiede alle Unioni di pregare per questo incontro, e di fare pressioni ai rispettivi governi affinché si dia priorità a politiche che riconoscano l’urgenza degli obiettivi della COP 26: fermare il riscaldamento globale non andando oltre il grado e mezzo; individuare e proteggere quelle aree che sono state colpite dal cambiamento climatico; investire economicamente nella realizzazione di questi obiettivi; cooperare perché si passi dal pensiero all’azione. 

Il testo dell’ordine del giorno è scaricabile, in inglese, dal sito dell’Ebf ( https://www.ebf.org/post/2021-council-resolutions).

Il tema del cambiamento climatico è stato affrontato in uno dei seminari tenuti durante l’assemblea in relazione alle migrazioni. William Cumbia, referente per le migrazioni, si è concentrato nella sua relazione sulla nozione e l’esperienza di “casa”: dal mondo come casa di Dio all’ingiustizia climatica, che non è solo una questione di tempo atmosferico ma che toglie la possibilità di essere a casa in zone depauperate, sfruttate allo stremo, fino ad una teologia dell’ospitalità, in cui siamo a casa perché Dio ci ospita, con la sua Parola, nella sua promessa. 

L’assemblea si è interrogata anche su questioni di potere e di inclusione: “chi c’è nella stanza?” è stata la domanda che ha fatto riflettere su chi mancava all’appello, le Unioni e le persone più vulnerabili e, spesso, meno visibili. Di vulnerabilità e discepolato ha parlato Oti Bunaciu, dalla Romania, coordinatore della commissione Teologia e formazione, mentre Ingeborg Te-Loo, coordinatrice della formazione a distanza (“learning network”) ha presentato il programma del Centro internazionale di studi battisti (Ibtsc) che ad Amsterdam ha la sua sede. Nella primavera del 2020, assieme alla Facoltà Valdese di Teologia, la staff dell’Ibtsc avrebbe dovuto avere una sessione intensiva a Roma, organizzata dal Dipartimento di teologia dell’Ucebi: questo è stato uno dei primi appuntamenti ad essere cancellati a motivo della pandemia. Attualmente diverse pastore e pastori dell’Unione battista seguono i programmi online dell’Ibtsc, focalizzati sulla formazione nel campo della libertà religiosa e di coscienza e nel campo della missione e di un nuovo tipo di leadership e di apprendimento per le persone adulte. Il desiderio, da organizzare, è che questo incontro programmato in Italia possa trovare presto la sua realizzazione. 

Infine, l’assemblea è anche un luogo di relazioni e amicizie rinnovate, aiuta a guardarsi dall’esterno, a conoscere storie e percorsi diversi: l’unione avvenuta nei Paesi Bassi tra due grandi realtà battiste tra loro diverse (Union-ABC); la discussione all’interno del collegio pastorale battista in Germania sul cambiamento del ruolo pastorale; il lavoro per incoraggiare e sostenere la vocazione pastorale delle donne in Francia; la missione in Estonia tra giovani che non hanno mai conosciuto una chiesa. E una piccola grande sorpresa: molte sorelle e molti fratelli hanno guardato all’Italia come pioniera nell’affrontare i tempi del lockdown con i culti video delle chiese di Milano, esperienza che è stata ripresa ed adattata in diversi contesti, con gli articoli e le risorse liturgiche condivise. Una koinonia non scontata che fa spazio alla speranza.