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Sostegno alle persone migranti: assolti gli attivisti di Briançon

Sette attivisti, condannati nel 2018 con l’accusa di aver facilitato l’ingresso in Francia di persone migranti irregolari durante una manifestazione, sono stati scagionati in appello giovedì 9 settembre.

La corte di Grenoble ha annullato la decisione del tribunale correzionale di Gap (Hautes-Alpes), che nel novembre 2018 aveva condannato a sei mesi di reclusione due francesi, un italiano, uno svizzero e un belga-svizzero. I giudici hanno assolto anche altri due attivisti francesi che avevano ricevuto una condanna più pesante in primo grado – dodici mesi di reclusione – per i loro trascorsi giudiziari.

 Nella sua sentenza, la corte ha stabilito che «non è stato dimostrato» che la manifestazione fosse stata organizzata «con l’intenzione di aiutare gli stranieri a entrare illegalmente in Francia». «Inoltre, quel giorno è stato rilevato un solo ingresso irregolare senza che fosse accertato che gli imputati avessero avuto contatti con lo straniero in questione», ha aggiunto.

Il 22 aprile 2018 a una manifestazione avevano partecipato circa 200 persone, compresi i rifugiati. Partendo da Claviere, in Italia, il corteo ha raggiunto Briançon dopo aver superato un posto di blocco istituito dalle forze dell’ordine al confine francese.

 

Nella foto una manifestazione dell’inverno 2018 al confine italo-francese del Monginvero

All’udienza di appello del 27 maggio, l’accusa aveva chiesto fino a otto mesi di reclusione con sospensione della pena per gli imputati, dopo aver però chiesto di escludere la qualificazione di «banda organizzata». Pur esplicitando il suo «profondo rispetto» per «le idee di fraternità» difese, l’accusa imputava agli attivisti di aver così facilitato l’ingresso in Francia di una ventina di migranti.

«È un segnale estremamente forte per tutti coloro che si battono in un contesto solidale e umanitario», ha gioito sul quotidiano francese Le Monde il maestro Vincent Brengarth, uno degli avvocati, accogliendo «una bellissima affermazione dell’indipendenza della magistratura». «È una decisione che non speravamo più dopo tre anni e mezzo di battaglia collettiva. Incoraggerà le persone a venire ad aiutarci a Briançon, dove la situazione si sta deteriorando», ha testimoniato anche Benoît Ducos, uno degli attivisti scagionati.

Nel corso dell’udienza davanti alla Corte d’Appello di Grenoble, gli imputati hanno nuovamente contestato di aver consapevolmente aiutato i migranti ad attraversare il confine, sottolineando di non essere a conoscenza della presenza di questi ultimi nella manifestazione. Hanno tutti descritto una partecipazione «festosa» a una «manifestazione spontanea», decisa in reazione a una azione di ostilità nei confronti dei migranti guidata il giorno prima dal piccolo gruppo neofascista Generation Identitaire, oggi sciolto dopo altre azioni simili compiuti in questi anni.

Nel corso delle loro memorie, e prima di chiedere al tribunale la scarcerazione dei loro assistiti, gli avvocati difensori avevano dal canto loro sostenuto che l’inchiesta aveva portato alla luce solo una «costellazione di ipotesi! circa il loro coinvolgimento e la presenza di profughi nella manifestazione. Come durante l’udienza davanti al tribunale penale di Gap, diverse centinaia di sostenitori della causa dell’aiuto alle persone migranti si sono mobilitati davanti al tribunale di Grenoble, su chiamata del loro comitato di sostegno.

A seguito di questa forte decisione della Corte d’Appello di Grenoble, Amnesty International France, Anafé, La Cimade, Médecins du Monde, Tous Migrants e il Comitato di sostegno per i “3+4 di Briançon” invitano i leader politici ad andare ancora oltre e finalmente abolire questo «reato della solidarietà», che lede il soccorso del prossimo, la fraternità e la libertà di aiutare gli altri per ragioni umanitarie.