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Laicità, educhiamo alla cittadinanza

«Ponendo al centro della vita cristiana lo studio della Bibbia, il protestantesimo ha, fin dalle origini, vissuto intensamente la passione per l’annuncio della Parola e l’impegno per istruire e far crescere le persone nel confronto con il testo e nella discussione dell’assemblea». Così si esprimeva un bel documento del Sinodo (di ben 20 anni fa!) intitolato I protestanti e la scuola italiana, che continuava: «tramite il Consiglio della Fcei, le nostre chiese hanno già espresso al ministro della PI (Pubblica Istruzione) alcune considerazioni in merito alla prevista riforma scolastica, chiedendo in particolare che, a partire dalla preparazione dei docenti e successivamente nei programmi, si realizzi una adeguata informazione sul fatto religioso e la comprensione completa e critica di quel complesso di idee, fatti culturali, politici, economici, artistici che sostanziano la storia e sono alla base della nostra identità personale e collettiva».

Il contesto era quello dell’eterna battaglia per una scuola laica e pluralista, portata avanti con fatica e anche un colpevole disinteresse da parte delle chiese, che portò allo scioglimento dell’Associazione 31 Ottobre. E oggi non è cambiato nulla, anzi in alcun casi la situazione è peggiorata perché il confessionalismo si spinge anche oltre quanto previsto dal Concordato (lo Stato assicura l’Insegnamento della religione cattolica per chi intende avvalersene – e basta, non altro, mentre nell’attuale ora di religione cattolica si affrontano spesso temi etici oltre a una storia delle religioni, che almeno dovrebbe essere programmata nei Consigli di classe…).

In un certo modo, la recente “Giornata Miegge” [Torre Pellice, 26 agosto], più partecipata che in altri anni recenti, ha ripreso il filo del discorso, proiettandolo sull’intera società e di conseguenza sulla crisi della democrazia in Italia e nel mondo. Che non dipende soltanto dai fascismi, razzismi, sovranismi… ma prima ancora dal vuoto di cittadinanza, dall’odio per la diversità, dall’acquiescenza di fronte agli attacchi sempre più frequenti e cruenti alla libertà di informazione..

Riprendo le parole citate all’inizio: passione per la Parola – ma anche per le parole, per l’assemblea, per il confronto con i testi e per la discussione che non trasforma l’avversario politico in nemico, l’assemblea che discute anche duramente, sa decidere serenamente con il voto, anziché con gli insulti degli insopportabili talk show televisivi, l’assemblea in cui si assumono impegni personali, si affidano compiti di responsabilità e se ne valutano i risultati. Potremmo chiamare tutto questo educazione alla cittadinanza, che non è la vecchia idea dell’educazione civica come materia scolastica. Anche se sarebbe già molto se ci fosse l’educazione…

Pensando in particolare alla cittadinanza, oggi negata ancora a molti anche in Europa, si potrebbe dire che qui il fondamento è l’idea del patto, che per noi protestanti ha le radici nell’alleanza fra Dio e il suo popolo, patto come contratto fra cittadini che vivono in una società complessa, esposta al rischio di chiusure identitarie religiose e culturali. Allora il titolo della Giornata Miegge – “La crisi della democrazia e il ruolo delle chiese nello spazio pubblico”. La chiesa, tra felicità dell’individuo e costruzione della società – non rimane argomento da dibattere ma diventa un costante lavoro di formazione, di studio, di sperimentazione. Gli spazi e gli strumenti utilizzabili subito nelle nostre chiese valdesi e metodiste, nei numerosi progetti diaconali, non richiedono l’ennesima commissione o ancora un’altra attività. La mia proposta è semplice: si utilizzi l’ultimo anno di catechismo per questa educazione alla cittadinanza, che potrà svilupparsi anche valorizzando la conoscenza dell’ecclesiologia della Chiesa valdese, che ha come fondamento la chiesa locale ed è retta da una gerarchia di assemblee.

Questo impegno è alla nostra portata, coinvolgerà una fetta di giovani assai piccola ma può costituire il contributo protestante per opporsi alla crisi della partecipazione e della democrazia.