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7 settembre, Giornata internazionale dell’aria pulita

Il 7 settembre 2021 si svolge la seconda Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu promossa da due agenzie delle Nazioni Unite, l’OMS/Organizzazione mondiale della sanità e UNEP/Programma per l’ambiente. “Ancora una ricorrenza?”, Potrebbe dire qualcuno, forse con un certo fastidio.

Effettivamente i momenti internazionali di richiamo dell’attenzione su tematiche ambientali sono parecchi e vanno dalle conferenze a grande partecipazione alla proposta di singole giornate di informazione e riflessione. Questo costante impegno delle diverse agenzie delle Nazioni Unite ha lo scopo di costruire un cammino per giungere poi a delle convenzioni sottoscritte dai governi o di offrire ad amministrazioni e cittadini l’opportunità di informarsi e informare e sollecitare una opinione pubblica in grado di influenzare i decisori politici.

È in questo contesto che si inserisce anche la giornata del 7 settembre, un tassello recente del mosaico generale tradotto il pratica per la prima volta nel 2020 soprattutto per l’impegno della Corea. La prima conferenza mondiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sull’inquinamento atmosferico e la salute si era svolta presso la sede dell’OMS a Ginevra, in Svizzera, dal 30 ottobre al 1° novembre 2018, in attuazione di una risoluzione della sessantottesima Assemblea mondiale della sanità del 2015, in cui i ministri della sanità avevano chiesto un ripensamento per prevenire le malattie da inquinamento atmosferico e loro costi per la società.

 L’OMS pubblica linee guida sulla qualità dell’aria in cui indica i livelli di concentrazione di elementi ai quali le amministrazioni dovrebbero attenersi per non minare la salute dei cittadini; a quelle del 2005  hanno fatto seguito altre degli ultimi mesi che hanno ridotto in modo significativo gli indicatori accettabili.

I motivi di queste scelte sono semplici: circa 7 milioni di cittadini muoiono annualmente in modo prematuro in conseguenza di danni prodotto dalla cattiva qualità dell’aria (in Italia circa 50 mila all’anno come ribadito dal Rapporto Malaria 2021 di Legambiente) mentre molti altri milioni vivono per anni in degradate condizioni sanitarie per lo stesso motivo. Quasi 600.000 sono i bambini che ogni hanno perdono la vita perché l’aria avvelenata impedisce loro di respirare in modo adeguato con tutte le conseguenze sanitarie che ciò comporta.

Come si può leggere nella Relazione sull’attuazione delle direttive sulla qualità dell’aria ambiente dell’Unione Europea  -direttiva 2004/107/CE e direttiva 2008/50/CE, (2020/2091(INI) Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare Relatore: Javi López “L’impatto complessivo dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana, gli ecosistemi, i raccolti e il rendimento forestale si traduce in costi di mercato e non di mercato significativi. Nei costi di mercato rientrano la riduzione della produttività del lavoro, l’aumento della spesa sanitaria, la perdita dei raccolti e del rendimento forestale e l’impatto sul settore turistico. I costi non di mercato comprendono invece l’aumento dei tassi di mortalità e morbilità, il degrado della qualità dell’aria e dell’acqua e dello stato di salute degli ecosistemi, nonché i cambiamenti climatici. Pesante è anche il costo economico che tale situazione porta con sé. […]  La maggior parte degli Stati membri non rispetta le norme in materia di qualità dell’aria e non ha adottato misure sufficienti per limitare al minimo il superamento dei parametri […] Nel 2017, l’8 % della popolazione urbana dell’UE è stata esposta a livelli di tale sostanza superiori a quelli fissati nelle norme dell’Unione in materia di qualità dell’aria; la percentuale sale al 77 % usando come riferimento le raccomandazioni dell’OMS”.

Ma che cosa è l’aria? Dal punto di vista concettuale se nel diritto romano essa era res nullius, cioè una risorsa senza padrone e quindi di libero accesso, oggi, al di là delle definizioni giuridiche, noi la riteniamo un bene prerequisito per l’esistenza del vivente sia direttamente, attraverso la respirazione che indirettamente, per le molte interazioni fra caratteristiche dell’aria stessa e le condizioni ambientali complessive, quali temperatura, distribuzione delle piogge, circolazione di venti.

L’analisi chimica dell’aria venne svolta per la prima volta nel 1772 da Antoine-Laurent de Lavoisier, che chiamò ossigeno il componente dell’aria necessario agli esseri viventi e azoto il componente inerte. Come noto in essa prevalgono l’azoto (circa 78%) e l’ossigeno (20%) mentre diversi altri elementi o composti chimici presenti in traccai hanno un ruolo molo importante: ad esempio la CO2, anidride carbonica che regola, con altri, l’effetto serra e quindi il processo in atto del cambiamento climatico o l’ ozono troposferico, cioè prossimo al suolo ( e da non confondere con la fascia dell’ozono che nelle regioni alte dell’atmosfera protegge la terra dalle radiazioni ultraviolette) O3 che interagisce con lo sviluppo della vegetazione. Il ventaglio della composizione chimica dell’aria può modificarsi nel corso del tempo sia per fattori naturali quali le emissione vulcaniche o le tempeste di sabbia sia per azioni umane legate ai processi produttivi. Quest’ultimo è il ben noto caso dell’incremento di CO2 passata da circa 260 ppm/parti per milione 1 ppm (parte per milione = 0,0001%) alla fine del XVIII secolo a 419 ppm oggi.

Altre forme di inquinamento sono conseguenza di reazioni chimiche fra componenti come l’inquinamento fotochimico o smog fotochimico che si viene a creare in giornate con condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione soprattutto nelle concentrazioni urbane.

Vi è poi il particolato cioè l’insieme delle sostanze solide o liquide sospese in aria che hanno dimensioni che variano da pochi nanometri a 100 µm. Esempi di sostanze presenti nel particolato sono fibre naturali e artificiali, pollini, spore, particelle carboniose, metalli, silice e inquinanti liquidi. Il particolato è ben noto ai cittadini della pianura padana e in particolare a quelli delle grandi città come Milano dove la compresenza di attività produttive e abitative con una collocazione in una conca scarsamente ventilata agevola l’accumulo e la persistenza di tali particelle che, attraverso la respirazione, penetrano nei polmoni e lì permangono.

Il fatto che l’aria sia invisibile rende particolarmente facile pensare che non ci siano problemi. Solo quando si arriva a situazioni estreme come la necessità di chiudere gli aeroporti per un’aria completamente oscurata dagli inquinanti come è avvenuto soprattutto nel 2019 in diversi scali del Sud Est asiatico tutti si rendono conto che si è superata una soglia molto pericolosa.

Qui abbiamo solo accennato alla modificazione della composizione chimica dell’atmosfera nello spazio aperto, altro capitolo riguarda l’aria nei luoghi chiusi sia abitativi che di lavoro.

Per adesso ci si limita a sottolineare che sono soprattutto  gruppi di cittadini e cittadine a basso reddito che si trovano a respirare aria di qualità peggiore. Abitano in zone insalubri di bassa giacitura (i quartieri alti spesso sono collocati anche in alto dal punto di vista altimetrico dove la circolazione e quindi il ricambio dell’aria è più facile), vicino a arterie di grande scorrimento, in abitazioni di cattiva qualità ecc. ecc.

Per quanto riguarda i luoghi di lavoro, si può solo ricordare con molta apprensione il regresso che si è avuto rispetto ai grandi movimenti degli anni ‘60/’70 che ponevano al centro la salute e che molto avevano conquistato sui controlli in fabbrica. Da questo punto di vista la produzione diffusa e disordinata che ha sostituito la grande fabbrica fordista espone i lavoratori a situazioni pessime, spesso proprio legate alla creazioni di isole di aria contaminata (i contaminanti poi si disperdono ovunque) .

Si pensi ai cantieri di smontaggio delle navi di alcune città indiane, si pensi agli effetti della polverizzazioni con aerei di biocidi in agricoltura o alla minerazione selvaggia soprattutto di oro con uso di mercurio che versa brutalmente fumi tossici addosso a chi lavora o è nelle vicinanze (oltre a devastare i corpi idrici). E si potrebbe continuare in un lungo elenco.

Chiudiamo  rendendo omaggio e ricordo alle infinite vittime di quel crimine non punito di Bhopal, India: 3 dicembre 1984: 40 tonnellate di isocianato di metile della Union Carbide scaricati in aria portandosi via fra 2000 e 4000 persone e avvelenandone decine di migliaia, con una infinita sofferenza destinata a durare nel tempo. O più vicino a noi Seveso, 10 luglio 1976.

La Glam intende cogliere anche questa occasione per richiamare l’attenzione sulla qualità dell’aria perché continua ad essere sottovalutata l’importanza di non alterarne la composizione oltre i parametri stabiliti dalla legislazione che peraltro continuano ad essere generosi con il diritto di inquinare. E’ urgente ridurre la tolleranza sociale verso comportamenti individuali e collettivi nocivi, è urgente rivedere le priorità e ridare fiato anche alle altre creature che compongono la varietà della vita verso le quali abbiamo dei doveri, molto prima di attestarci dei diritti o dei presunti incarichi celesti.

Come cristiani non possiamo fare finta che l’aria sia trasparente e azzurra, essa è stata e continua ad essere avvelenata, e a “Padre Nostro che sei nei cieli” mandiamo veleni…”.

Tratto da Nev-Notizie evangeliche