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La Chiesa evangelica riformata in Svizzera conferma il suo sì al matrimonio per tutti

Il 26 settembre il popolo svizzero è chiamato a esprimersi in referendum sulle nuove norme che dallo scorso dicembre hanno modificato il Codice civile elvetico, introducendo il matrimonio fra persone dello stesso sesso e l’accesso alla procreazione medicalmente assistita per le coppie di donne.

Il Consiglio della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (Ceris) coglie l’occasione di questa prossima votazione per ricordare le decisioni, appoggiate a larga maggioranza, assunte

nelle recenti assemblee dei delegati della Federazione delle Chiese protestanti della Svizzera (Feps), che da gennaio 2020 ha cambiato denominazione appunto in Ceris.

1. Nella riunione estiva 2019, si è discusso a lungo sulla relazione e la conseguente risposta del Consiglio alla mozione “Famiglia – matrimonio – unione – sessualità in chiave protestante”  presentata dalla Chiesa evangelica riformata del Canton San Gallo. I delegati hanno accolto il messaggio centrale della posizione enunciata dal Consiglio: «Siamo voluti da Dio così come siamo stati creati. Non possiamo scegliere il nostro orientamento sessuale. Lo integriamo come espressione della nostra pienezza di creatura».

Questa fondamentale affermazione teologica differenzia il punto di vista teologico da un approccio puramente biologico. La teologia della Creazione qualifica infatti l’essere vivente come dono del Creatore. Tuttavia, la prospettiva teologica di un Dio che dona gratuitamente si applica a tutta la vita e in tutta la sua diversità. Il rispetto per le molteplici forme di vita trova così il suo fondamento nella convinzione che la volontà del Creatore si manifesta in ogni espressione della vita. La biologia, invece, descrive il vivente, ma non dice nulla sulla sua qualità nel senso della teologia della creazione, né sul suo valore.

La decisione all’epoca aveva suscitato un’intensa discussione pubblica, che era stata svolta principalmente da pastori. I contributi conservatori e minoritari sono stati ispirati dall’argomento della Teologia della Creazione. Gli approcci progressisti, d’altra parte, hanno attirato l’attenzione sulla storia della salvezza e sulla venuta del Regno di Dio che si riflette nell’unità di tutti i battezzati; un’unità che tocca anche il matrimonio tra due esseri umani.

2. La discussione è proseguita all’Assemblea dei delegati autunnali 2019, che ha confermato e chiarito attraverso tre decisioni la posizione di base assunta nella precedente sessione:

La prima: l’Assemblea dei Delegati sostiene l’apertura del matrimonio alle coppie dello stesso sesso nel diritto civile.

La seconda: l’Assemblea dei Delegati raccomanda alle Chiese membro di adottare l’eventuale modifica della definizione di matrimonio civile come prerequisito per il matrimonio religioso.

La terza: l’Assemblea dei Delegati raccomanda alle Chiese aderenti che la libertà di coscienza dei pastori sia ovviamente garantita come per tutti gli altri atti ecclesiastici.

Questi punti, adottati ciascuno con una maggioranza di due terzi, rappresentano un’importante pietra miliare nel dibattito ecclesiale. Oltre ad approvare l’apertura del matrimonio civile alle coppie omosessuali, tali decisioni hanno valore di raccomandazione, in quanto riguardano aspetti che rientrano nella competenza decisionale delle Chiese cantonali. Sulla base della sua decisione di merito presa in estate, il Sinodo raccomanda alle sue Chiese che, dopo l’apertura del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso, il matrimonio religioso sia reso accessibile anche a tutte le coppie sposate civilmente. La raccomandazione di una dispensa per i membri del corpo pastorale che non aderiscono alla posizione maggioritaria fa appello allo spirito di comunione fraterna che si sa legato all’unità della Chiesa di Gesù Cristo indipendentemente da eventuali differenze su questioni specifiche. Allo stesso modo, un pastore che può avere delle riserve su alcune richieste è invitato a vivere lo spirito di comunione fraterna con tutti i suoi interlocutori.

3. Un anno e mezzo dopo e prima del voto popolare sull’allargamento del matrimonio, il Consiglio della Ceris ricorda le decisioni del parlamento nazionale delle chiese. I dibattiti dell’epoca avevano già messo in luce un aspetto che il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno reso giuridicamente vincolante alla fine del 2018 estendendo la disciplina penale contro il razzismo (art. 261bis cp) alla discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. La Chiesa evangelica riformata in Svizzera si impegna a favore di tale contenuto giuridico facendo riferimento all’articolo 10 della sua costituzione, che prevede che «La Ceris vigila perchè in tutte le sue azioni, in parole e atti, nessuno venga discriminato».

Il divieto di qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso o sul genere attiene al discorso della Chiesa come alla sua pratica nel campo dell’accompagnamento spirituale e della diaconia e sulla sua azione simbolica e liturgica.

Il Consiglio della Ceris sottolinea che le prossime decisioni delle Chiese cantonali su gli aspetti amministrativi e liturgici delle chiese dovrebbero tenere conto sia della protezione giuridica vincolante dello Stato contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, sia della protezione contro la discriminazione che la Chiesa evangelica riformata in Svizzera si impegna a garantire attraverso la sua costituzione. Il Consiglio Ceris attribuisce grande importanza a garantire che questi dibattiti non vadano a scapito di coloro che sono personalmente interessati da questo problema.

4. Già nel 2019 era stato chiesto che la discussione sul matrimonio non fosse condotta su, ma con i destinatari dell’allargamento così come previsto dal legislatore. In questo senso, il Consiglio della Ceris ha deciso di avviare un confronto prima del voto popolare per ascoltare le persone a cui si rivolge l’allargamento del matrimonio, e a coloro che nelle chiese sono coinvolti nelle azioni per il riconoscimento dei pieni diritti degli omosessuali.

Allo stesso tempo, il Consiglio ha commissionato lo sviluppo di un documento di base sulle implicazioni dell’estensione del matrimonio alle coppie dello stesso sesso da una prospettiva di medicina riproduttiva e bioetica. La sua pubblicazione è prevista dopo la votazione referendaria.

 

Foto di Claude TRUONG-NGOC