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Chiese e democrazia, un dialogo aperto

La genesi della Giornata Miegge 2021, svoltasi il 26 agosto in formula mista dall’Aula sinodale di Torre Pellice, si collocava nelle settimane dei “fatti di Capitol Hill”, l’occupazione da parte di alcuni fanatici di un luogo istituzionale degli Stati Uniti. Un segnale di come le democrazie, anche quelle più consolidate, siano in pericolo. E la drammatica vicenda dell’Afghanistan ha confermato la debolezza del progetto di “esportare” una democrazia di tipo occidentale. 

La Giornata è organizzata dalla segreteria dell’Assemblea degli iscritti e iscritte a ruolo della Tavola valdese, da un lato, e dal Centro culturale valdese (Torre Pellice) dall’altro: i responsabili delle due strutture hanno, in apertura, ricordato la figura del pastore Bruno Rostagno, che molto, proprio dal Centro culturale valdese nel cui direttivo era stato membro, aveva spinto perché si organizzasse questo incontro. «“La crisi della democrazia e il ruolo delle chiese nello spazio pubblico” – La chiesa, tra felicità dell’individuo e costruzione della società» è il titolo completo, che subito ci porta in medias res.

Daniele Garrone, docente di Antico Testamento alla Facoltà valdese di Teologia, ha analizzato il concetto di Patto nell’Israele dell’Esodo. Sulla scorta del filosofo Michael Walzer (Esodo e rivoluzione, 1985), ha chiarito che la traversata del deserto porta Israele a… diventare Israele, a prendere consapevolezza del proprio ruolo e a crescere. Il titolo della Giornata parla di “crisi”, intesa in genere come possibile fallimento, ma nell’Antico Testamento la parola crisi significa “giudizio”, richiesta di esaminare ciò che si fa e le proprie strutture. Insomma, la democrazia è un esercizio che richiede costanza, applicazione per arrivare a ogni deliberazione, fatica. Quello che oggi sembra perdersi.

Pier Paolo Portinaro, docente di Filosofia politica all’Università di Torino, ha redatto una “griglia” attraverso la quale verificare quali siano le condizioni per lo sviluppo delle democrazie così come le conosciamo; e, all’opposto, ha spiegato come nell’attuale fase quasi tutte queste caratteristiche vengano messe in pericolo. Così è per esempio, per uno dei principi che per decenni aveva condotto gli Stati, soprattutto europei, a un “effetto imitazione” virtuoso. Una democrazia tendeva a suscitare altre democrazie, ma oggi un modello di democrazia plebiscitaria, decisionista sembra prevalere sui modelli classici basati su dialogo e allargamento del consenso. Se poi vengono meno determinate caratteristiche, come il senso di appartenenza a una collettività e un ruolo visibile e consapevole dei ceti medi, la base si sfalda e un pericoloso cortocircuito tende da un lato a rendere le decisioni sempre più nelle mani di pochi, e dall’altro a trovare motivazioni dello “stare insieme” nelle appartenenze identitarie più ristrette e ostili al confronto con altri.

Elena Bein Ricco, docente di Filosofia nelle scuole superiori, ha allargato il discorso alla necessità di una cultura del pluralismo e al ruolo che le religioni, se sanno stare in dialogo fra loro, possono avere per contribuire a un clima di confronto e non di chiusura. Il peggior rischio – ha detto – sarebbe quello di cedere alla rivendicazioni identitarie dell’uno e dell’altro, e soprattutto alla possibilità che “pezzi di giustizia” vengano amministrati secondo le modalità di culture e religioni diverse. Serve, invece quella “solidarietà fra estranei” di cui parla J. Habermas, ma che presuppone la salvaguardia dell’universalismo dei diritti.

Il dibattito che è seguito ha dimostrato la validità del tema e lascia intendere che altre pagine ne vengano scritte nei prossimi anni. A partire alla necessità, sollecitata da più voci, di ripartire da una nuova educazione civica, oggi in uno stato precario nella nostra scuola: poiché le idee di responsabilità della persona, di patto e di servizio reciproco sono parte consistente della cultura protestante, ci si è chiesti se non si possa cominciare proprio dal catechismo per cercare di ricostruire una nuova idea di cittadinanza.