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Laicità dello Stato e ora di religione, quanti passi indietro!

L’ ora di religione, i suoi abusi e i tanti usi distorti, torna grande protagonista nel dibattito del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, in corso dal 22 al 25 agosto a Torre Pellice (To).

Troppe le anomalie segnalate nei vari interventi dei delegati e delle delegate sinodali, troppe le forzature imposte dai dirigenti scolastici di ogni ordine e grado, perché il tema fosse rinviabile.

Dalle tante testimonianze che hanno rinvigorito la discussione, ad opera spesso di addetti ai lavori, insegnanti, psicologi, genitori di figli in età scolare, emerge chiaramente quanti passi indietro sono stati compiuti nel percorso che porta a una reale laicità dello spazio pubblico in Italia, tanto da far ammettere a vari oratori quanto la situazione appaia decisamente peggiore rispetto ai decenni scorsi.

La laicità appare chiaramente sotto attacco nella nostra società, insieme ad altri settori, sanità in primis (si pensi a titolo di esempio alla guerra in corso contro l’interruzione volontaria della gravidanza). La scuola, componente fondamentale del vivere sociale, è specchio fedele della situazione in corso, e le parole dei sinodali, le loro testimonianze hanno restituito proprio tale aspetto.

Lo spunto di dibattito è dettato dall’ordine del giorno del Sinodo che richiede alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola valdese e Comitato Permanente dell’Opera Metodista di porre al centro della propria azione il rilancio dell’impegno in difesa della laicità della scuola pubblica.

Vengono richieste ai soggetti sopra citati una presa di posizione forte e l’avvio di interlocuzioni a vario livello per richiedere un rispetto della corretta gestione in particolare dell’insegnamento della religione cattolica e delle alternative presenti per chi decide di non usufruirne.

Le recenti riforme scolastiche hanno ad esempio creato confuse commistioni fra l’insegnamento dell’Educazione Civica e l’insegnamento della religione cattolica, obbligando in sostanza gli studenti a partecipare alla proposta formativa per non ritrovarsi penalizzati a vari livelli, comprese le valutazioni complessive finali. Aspetto questo sottolineato prontamente nei mesi scorsi da alcune chiese locali, di Milano e di Torino in particolare.

La pandemia ha mostrato la centralità del sistema scolastico e al contempo l’enorme difficoltà in cui si esso versa, e spesso, con vere o presunte esigenze di riorganizzazione o ottimizzazione di spazi e risorse, gli istituti scolastici hanno de facto coinvolto gli insegnanti della religione cattolica nel farsi carico di ruoli e competenze non spettanti, e al contempo “l’ora di alternativa” sta scomparendo dai radar.

Da più parti è stato sottolineato quanto sia più che mai necessario dotarsi di uno strumento che a livello del protestantesimo italiano possa farsi carico e portavoce delle istanze di laicità previste dalla Carta costituzionale.

Esisteva, ed è stata rimpianta a più riprese nelle parole dei relatori, l’associazione 31 ottobre, nata in seno alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia nel 1999, luogo aperto a tutti coloro che, operatori scolastici a diverso titolo – insegnanti, studenti, semplici cittadini – ne condividevano gli obiettivi: difendere e promuovere nella scuola e nella società una cultura laica e pluralista. Lo scioglimento dell’associazione nel 2016 ha evidentemente lasciato un vuoto in materia, ed è proprio alla Federazione che viene richiesto un ragionamento su come superare al meglio l’attuale contesto, anche per la presenza in seno alla Federazione stessa della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato.

Le parole del pastore valdese di Pinerolo Gianni Genre hanno evidenziato che «il dibattito di oggi ci dice quanto sia sentita la questione della laicità, non solo della scuola. Nel disinteresse di molti c’è stata la chiusura della “31 ottobre” senza renderci conto di quanto fosse importante il suo ruolo. Quanto ormai la questione sia importante ce lo dice questo dibattito. Credo sia fondamentale fare il punto su questo tema, credo dobbiamo farlo tutti, tornare a parlare con la chiesa cattolica, recuperare vigilanza in materia, avviare azioni.

L’atto votato a larghissima maggioranza dalle delegate e dai delegati sinodali dà inoltre mandato alla Tavola valdese di istituire uno sportello telematico di ascolto e consulenza per dare assistenza a tutte le persone che riscontrano problemi legati alle lacune di laicità negli spazi pubblici.