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Quel Sinodo segnato dalla tragedia di Amatrice e Accumoli

«Cordoglio e solidarietà ai famigliari delle vittime del devastante terremoto che ha colpito il Centro Italia», fu questa l’espressione di vicinanza lanciata dall’Aula sinodale di Tore Pellice (To) il 24 agosto 2016 in apertura della giornata dei lavori del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi.

Cinque anni fa, infatti, una forte scossa di terremoto rase al suolo Amatrice e le aree circostanti: 303 morti, 388 feriti e 41 mila sfollati. Oggi, l’Italia intera ricorda e tenta di fare un bilancio a cinque anni da quella tragedia in tema di ricostruzione, lavori che pare stiano progredendo con maggior vigore in questi ultimi mesi.

Alle 3,36 di quel 24 agosto una magnitudo di 6.0, con epicentro situato lungo la Valle del Tronto, tra i comuni di Accumoli e Arquata del Tronto devastò il Centro Italia.

Appresa la notizia anche in Val Pellice, sin dalle prime ore del mattino a informare la Val Pellice e il pinerolese fu una diretta radiofonica che dalle 7,30 realizzata dalla biblioteca della Casa Valdese, ospiti presso lo studio mobile dell’emittente valdese Radio Beckwith Evangelica (Rbe) guidati da Marco Magnano i giornalisti Roberto Davide Papini e Gian Mario Gillio. Si commentarono a caldo le prime notizie, cercando di informare gli ascoltatori sui primi danni provocati dal terremoto.

Poche ore più tardi, alla ripresa dei lavori sinodali, compresa l’entità della tragedia, immediata fu la vicinanza del Sinodo alla popolazione colpita.

«A nome del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi – disse allora la presidente del seggio, Danielle Jouvenal – assicuriamo la nostra vicinanza nella preghiera alla popolazione così duramente colpita».

La meditazione nell’aula sinodale della Casa Valdese di Torre Pellice quel giorno dedicò un momento di preghiera e raccoglimento alla popolazione di Amatrice e dintorni.

«Appreso con sconcerto del terremoto in Centro Italia, quando è ancora indefinito il bilancio umano di questa tragedia, il primo pensiero va ovviamente alle vittime, alle loro famiglie, a coloro che sono ancora vivi sotto le macerie e a quanti stanno lavorando con ogni mezzo per salvarli», affermò il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), il pastore Luca Maria Negro, che aggiunse: «La nostra preghiera è che il Signore aiuti gli sforzi di queste ore».

Come accaduto in occasioni di altri terremoti, anche quella volta la Fcei lanciò una raccolta fondi a favore delle popolazioni colpite per interventi di urgenza.

Nel corso di tre anni successivi furono raccolti 269.293,21 euro, destinati a progetti di ricostruzione.

La Federazione operò tramite un gruppo di lavoro formato dallo stesso presidente Negro, da Giorgio Bleynat e Roberto Mellone, con il supporto, per la zona di Tolentino-Macerata, del pastore battista Luis Giuliani e di Alejandra Arrieta.

Gli interventi realizzati in otto comuni della zona interessata dal sisma riguardarono vari settori, in collaborazione con i comuni e con associazioni del territorio, nelle province di Rieti, Ascoli Piceno e Macerata.

Gli ultimi quattro interventi finanziati: a Tolentino un parco giochi nell’area containers e mobilio per appartamenti del «Dopo di noi» destinati a chi ha perduto la sua abitazione; a Macerata opere di ripristino murario nella scuola “Giovanni Soldini” e di arredo nel centro polifunzionale “Lanciano Forum”.