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Opere resilienti, come i rami d’ulivo

L’emergenza sanitaria ha colpito anche le Opere «che “rispondono” al Sinodo» delle chiese metodiste e valdesi e che stamane 23 agosto sono state chiamate a informare (alla presenza della moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta) l’Unione delle chiese metodiste e valdesi, in assise in questi giorni con il suo Sinodo (il massimo organo decisionale dell’Unione delle chiese) sull’anno appena trascorso.

«Un anno difficile» è stato detto più volte dalle direttrici e dai direttori dei Centri. Opere – tra queste il Centro Agape di Prali (To), il Centro Ecumene di Velletri (Rm), il Centro diaconale La Noce di Palermo, il Servizio Cristiano di Riesi, il Collegio valdese di Torre Pellice -, che hanno «saputo reagire con efficacia alle limitazioni imposte dalla pandemia» e affrontare «i disagi le e le emergenze».

Opere resilienti, dunque, che hanno saputo «vincere le paure aprendo le loro porte e accogliendo le persone più bisognose con la consapevolezza che il Signore non ci lascia e non ci abbandona», ha ricordato il direttore del centro di Riesi, Gianluca Fiusco, presentando contestualmente un video sul Centro nel quale emerge la forza fisica, emotiva della raccolta delle olive, recepita dai delegati come una metafora della raccolta di anime; immagini che hanno  dato forza all’impegno dei Centri diaconali gestiti dalle chiese metodiste e valdesi.

L’apprezzamento del Sinodo è stato corale ed è passato attraverso le votazioni degli ordini del giorno presentati e approvati dal Sinodo. Dove il linguaggio inclusivo «dev’essere certamente dirimente» ha fatto notare la pastora valdese, Letizia Tomassone.

Opere, si è detto stamane «che hanno saputo sviluppare nuove modalità di aggregazione e di incontro in tempo di pandemia di covid; che hanno saputo sanare stabili con adeguamenti strutturali, con particolare attenzione alle accessibilità per tutti».

La prima parte della mattinata, dunque, è stata importante per rispondere e senza esitazioni a una domanda fondamentale che preoccupava la Commissione d’esame.

Per questi Centri – recita in sintesi il quesito – l’essere riconosciuti come centri di eccellenza, punti di riferimento per il territorio potrebbe offuscare in qualche modo «la loro evangelicità»?

Preoccupazione certo legittima.

Le testimonianze di oggi hanno dato risposte rassicuranti.

Il Centro ecumenico di Agape in questi giorni celebra i suoi settant’anni di attività ed è una testimonianza evangelica riconosciuta che va ben oltre i confini territoriali. Come ha evidenziato la direttora Lucia Leonardi.

Come «sempre più internazionale» è il Centro di Ecumene di Velletri (Rm): un’apertura verso l’estero che «è una bella sfida che segue il segno dei tempi» ha ricordato – dopo l’intervento della direttora Elvira Migliaccio – la presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi), Mirella Manocchio; ribadendo altresì l’esigenza di capire «alla luce dell’oggi, come poter esprimere nel migliore dei modi la testimonianza evangelica».

«Un anno che è stato difficile dal punto di vista psichico e fisico per tutti – ha ricordato anche Anna Ponente, direttora del Centro diaconale la Noce -. La Sicilia inizia questo nuovo anno di attività coni i dati covid non proprio rassicuranti. Strategie rigorose, quest’anno, hanno però permesso risultati importanti in ambito sociale, avvicinandosi ancor più di prima ai nuovi disagi, la marginalità, la povertà, la vulnerabilità di molte persone. Spesso amplificate dall’emergenza sanitaria».

Per parte sua, il Collegio valdese «ha recuperato con impegno il tempo perso, imposto dalle chiusure forzate in occasione del primo e secondo lockdown. Oggi – ha ricordato il preside Marco Fraschia – la presenza degli studenti è regolare grazie alle misure di prevenzione messe in campo». Attività in presenza che sono fondamentali e «prontamente ripristinate con iniziative che caratterizzano il nostro istituto», ha concluso Fraschia.

Il presidente del comitato del Collegio valdese Roberto Canu, ha ricordato quanto la “tempesta” causata dal covid sia stata pesante per gli studenti e che dunque si sta predisponendo «l’apertura di uno sportello per il sostegno psicologico».

 

Nella foto il Servizio Cristiano di Riesi