cross-2082_640

L’opera di Gesù Cristo

Dio ha il potere di soccorrere e di abbattere
II Cronache 25, 8

Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi
Romani 8, 34

Nell’Antico Testamento uno dei motivi dominanti, se non il motivo dominante, è quello della tensione continua tra giudizio e salvezza che Dio decreta nei confronti del popolo o degli individui. Favore e sfavore di Dio, benedizione e maledizione sono legati alla rispondenza della vita del popolo alla volontà di Dio, espressa negli obblighi e nei divieti della Legge di Mosè. I profeti ammoniscono classi dirigenti e popolo a perseguire, quale contenuto essenziale della Legge, ciò che riguarda il prossimo, in particolare le situazioni di bisogno: l’indigente, la vedova e l’orfano. L’infedeltà, che può essere l’idolatria o l’oppressione di chi ha potere e mezzi sugli umili e sui poveri, determina il giudizio e la sanzione. La prima parte della vita di Davide è sotto la benedizione, la seconda, dopo l’ingiustizia compiuta contro Uria (II Samuele 12, 10), sotto la maledizione. Talvolta è Dio stesso a mandare la punizione per la colpa del popolo (Numeri 25, 1-18), più spesso, semplicemente lascia Israele in balia del potente di turno che lo opprime, per intervenire, quando il popolo si penta e torni a lui, suscitando un condottiero che lo liberi, garantendo una tranquillità duratura (Giudici). 

Lo stesso avviene nei confronti del singolo quando Dio nasconde il suo volto, volgendosi altrove e non curandosi di lui, o al contrario quando volge il suo sguardo, dando al singolo la sua considerazione e il suo aiuto. Spesso Dio è descritto come colui che opera dietro le quinte della storia, muovendone i fili, nella presunzione inconsapevole dei popoli e dei re di essere loro i protagonisti della storia: Babilonia sarà lo strumento per realizzare il giudizio su Giuda, Ciro e i Persiani quello per restituire al popolo deportato a Babilonia la libertà e la terra. 

In Gesù Cristo, però, Dio pronuncia il suo definivo “sì” nei confronti dell’uomo, superando quella separazione che s’era creata all’inizio della vita dell’uomo, che s’era privato del privilegio unico d’essere in comunione con Dio. Dio stesso in Cristo supera quella barriera e viene a riprendersi l’uomo, per ricondurlo a sé, giustificandolo, superando ogni condanna, e salvandolo per grazia mediante la fede (Efesini 2, 8). A noi spetta solo di corrispondere, con la guida e il sostegno dello Spirito Santo, a ciò che già siamo, per Dio, in Cristo: giustificati, salvati, amati e destinati alla gloria dei figli di Dio (Romani 8, 17-18).