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La metà dei cimiteri ebraici in Europa cade in rovina

Un nuovo rapporto che censisce e elenca 1.700 cimiteri ebraici in tutta l’Europa centrale e orientale ha scoperto che quasi la metà di essi è in grave rovina. Il rapporto, in uscita a settembre, è stato prodotto dalla European Jewish Cemeteries Initiative, un gruppo finanziato dall’Unione Europea. Ha scoperto che il 44% dei cimiteri visitati dagli investigatori era gravemente trascurato e aveva urgente bisogno di protezione.

«La ragione fondamentale per cui sono così marcatamente trascurati è che le comunità che avrebbero dovuto essere lì per salvarli sono state distrutte o sono state costrette a emigrare dopo che la maggior parte della loro comunità è stata spazzata via», afferma al portale Protestinfo Sean McLeod, porta parola dell’iniziativa. Si stima che 6 milioni di ebrei europei siano stati uccisi durante il genocidio della seconda guerra mondiale.

Tuttavia, le condizioni dei cimiteri, secondo il rapporto, non sono dovute solo all’incuria. Molti sono stati profanati, con lapidi rovesciate o rubate. In altri casi, le persone hanno invaso i cimiteri per espandere fattorie o costruire edifici, specialmente durante l’occupazione sovietica dell’Europa orientale dopo la seconda guerra mondiale, racconta Sean McLeod.

Il rapporto, realizzato tra il 2019 e il giugno 2021, si è concentrato sui cimiteri ebraici in Croazia, Georgia, Ungheria, Lituania, Polonia, Slovacchia e Ucraina. Tra questi paesi, i cimiteri ebraici lituani sono risultati essere i più a rischio, con il 55% già vandalizzato o in pericolo di demolizione.

Questo nuovo rapporto è il secondo dell’Iniziativa. Il rapporto 2018-2019 ha studiato quasi 1.500 cimiteri ebraici in Grecia, Lituania, Moldavia, Slovacchia e Ucraina. Con il finanziamento della Repubblica federale di Germania, l’associazione ha ora recintato e protetto oltre 200 siti.

«Con oltre 3.000 siti esaminati, è ora evidente il quadro inquietante della massiccia devastazione e dell’abbandono dei cimiteri ebraici nelle città e nei villaggi dove le comunità sono state distrutte durante l’Olocausto», ha affermato Philip Carmel, Ceo dell’iniziativa.

Molti cimiteri erano sconosciuti ai ricercatori quando è iniziato il progetto, ma lavorando con topografi e archivisti, hanno utilizzato mappe e altri documenti per individuare i siti dimenticati. I topografi hanno utilizzato fotografie scattate a terra e anche da droni in volo per delimitare meglio le aree.

L’iniziativa fa parte di una più ampia azione dell’Unione Europea per promuovere il patrimonio ebraico in Europa. Il rapporto è stato finanziato da una sovvenzione di 1 milione di euro dalla Commissione europea, il braccio esecutivo dell’Unione europea.

«L’eredità ebraica ed europea si è sviluppata parallelamente e si è formata l’una con l’altra», sottolinea Sean McLeod. «È di vitale importanza, in un momento in cui l’antisemitismo è di nuovo in aumento, incoraggiare i cittadini europei a considerare l’eredità ebraica del loro paese come parte della propria eredità culturale, a farla propria e a fare ciò possono preservarla».