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Un tempo per l’ascolto della Parola

Con l’arrivo dell’estate inizia il “tempo delle vacanze”, forse mai come quest’anno desiderato, al punto da diventare per molti una vera e propria ossessione, con il rischio che diventi l’ennesima frenesia tra le tante che quotidianamente viviamo. Mai come oggi la vacanza, più che un tempo di libertà dall’ordinario, sta assumendo i contorni di un’abbuffata di divertimento senza limiti. Vogliamo riempire questo tempo strappato alla morsa della pandemia, per disintossicarci da quel lockdown che ci ha visti rinunciare a quel vivere a cui eravamo abituati e per paura che un altro lockdown possa di nuovo intrappolarci. Vogliamo riempire questo tempo un po’ come fa il cammello con il suo stomaco bevendo acqua in abbondanza nel caso debba affrontare un lungo cammino nel deserto. Ma così facendo corriamo il rischio di fare indigestione di corpi e di rumori, senza pensare a quello che è veramente necessario per noi, con il rischio di aggiungere stanchezza fisica alla stanchezza mentale accumulata in questo tempo difficile.

Ma c’è una Parola che ci può aiutare a individuare un’altra via sul modo di vivere il tempo delle nostre vacanze, non come una corsa a perdifiato, ma come un momento di pausa in ascolto del Signore. Nel vangelo di Marco (6, 30-34) leggiamo: «Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: “Venitevene ora in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco”. Difatti, era tanta la gente che andava e veniva, che essi non avevano neppure il tempo di mangiare. Partirono dunque con la barca per andare in un luogo solitario in disparte. Molti li videro partire e li riconobbero; e da tutte le città accorsero a piedi e giunsero là prima di loro. Come Gesù fu sbarcato, vide una gran folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore; e si mise a insegnare loro molte cose». Gesù vede nei volti dei discepoli la stanchezza e come un buon padre li invita a fermarsi: «riposatevi». Riposarsi per riprendere forza fisica, necessaria per proseguire il cammino. Non c’era nemmeno tempo per mangiare e con la pancia vuota anche la predicazione rischia di essere debole.

Gesù ci insegna ad aver cura di noi stessi, a essere in buona forma, perché l’annuncio ha bisogno di persone concentrate sugli altri e non intente ad ascoltare i propri dolori. Ci insegna a riposare per riprendere forza mentale, perché il vangelo ha bisogno di una mente lucida, capace di comprenderlo e capace di annunciarlo. Riposare per riprendere forza nell’anima, alleggerita dalle emozioni positive e negative, perché il vangelo ha bisogno anche del cuore per essere accolto e vissuto. La proposta di Gesù è chiara: allontanarsi un po’ dal mondo e recarsi in un luogo solitario, dove i rumori cessano e così udire solo la voce di Dio.

«Riposatevi!»: Gesù proclama per i discepoli uno shabbat, un altro sabato oltre a quello settimanale, per donare a se stessi e a Dio un tempo in cui dare senso anche alla propria stanchezza. Niente di meglio allora che salire in barca e andare in una piccola spiaggia lontana da tutti: Gesù è il primo a sentirne bisogno. Sulla terraferma, l’eco della loro partenza diventa un tam-tam che vola tra casa e casa tra villaggio e villaggio. Molti seguono da lontano la barca e arrivano prima sul luogo dove alla fine i discepoli e Gesù approdano. Qualcosa impedisce il loro riposo. C’è un bisogno grande di “buona notizia” e Gesù guardando a tutte quelle persone ne riconosce l’urgenza.

Si apre così il tempo della parola e dell’insegnamento. Sembra quasi che tutto si fermi: ogni cuore, ogni mente, ogni corpo è orientato verso Gesù. Lui è la voce che tutti ascoltano, ogni altro suono sembra svanire: tutto è diventato incontro perché Lui è l’incontro di Dio con l’umanità. Anche noi, in questo tempo di vacanza, non perdiamo l’occasione di vivere questo incontro, ponendoci in ascolto di quella Parola che ci può aiutare a ritrovare il vero senso della nostra esistenza.