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Morto Stan McKenzie, prima star del Nba e poi marito della prima vescova della Chiesa episcopale metodista africana

È morto a 76 anni Stan McKenzie, il primo supervisore maschio del lavoro missionario nella Chiesa episcopale metodista africana (Ame) e marito della vescova Vashti Murphy McKenzie.

Meno di due settimane prima, la moglie di McKenzie – la prima donna vescovo nei 205 anni di storia della denominazione – aveva elogiato il coniuge al servizio durante la conferenza generale della Chiesa Ame. «Questo è un uomo che quando Dio mi ha chiamato a predicare ha detto “sì” perché sapeva che Dio ci stava chiamando insieme. Questo è l’uomo che ha ascoltato tutti i miei sermoni prima che venissero pronunciati, con enorme pazienza».

La moglie ha detto che lei, a sua volta, ha sostenuto la carriera di suo marito quando era un giocatore di pallacanestro nel campionato Nba per squadre quali i Baltimore Bullets, i Phoenix Suns e i Portland Trail Blazers. La sua carriera cestistica si è conclusa con gli Houston Rockets e detiene un record lungo oltre 50 anni per il maggior numero di tiri liberi realizzati in un quarto ed è inserito nella Hall of Fame della New York University.

Dopo essersi ritirato dalla Nba negli anni ’70, McKenzie è stato impiegato per più di 20 anni nei servizi del personale e nei campi delle risorse umane, secondo la sua biografia del 10° distretto episcopale della Chiesa Ame.

Nel 2000, con l’elezione della moglie a vescovo, McKenzie è diventato il primo uomo nel ruolo tradizionalmente ricoperto dalle mogli dei vescovi.

Il vescovo Anne Henning Byfield, presidente del Consiglio dei vescovi della Chiesa Ame, ha descritto il suo servizio come stellare.

«Stan McKenzie ha modellato la leadership maschile come supervisore delle missioni con modi creativi e fantasiosi”» ha detto Byfield in una dichiarazione a RNS. «Allo stesso tempo, ha servito con passione nel ministero, nel matrimonio e nella famiglia. È stato un modello per i supervisori maschi che lo hanno seguito».

Nel suo ruolo all’interno della Chiesa metodista ha sostenuto progetti di servizio alla comunità, promosso programmi imprenditoriali ed è stato determinante nell’«aiutare a reperire beni per riempire 11 autoarticolati che sono scesi nel Mississippi e in Louisiana dopo l’uragano Katrina».

 

Foto da Religion News Service