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Gioco d’azzardo: il Piemonte allenta le misure fra le proteste

Il gioco d’azzardo patologico in Piemonte ha una nuova legge: a metà della scorsa settimana, infatti, il consiglio regionale ha approvato, grazie ai voti di Lega e Forza Italia, il disegno di legge proposto dall’assessore Fabrizio Ricca che va a sostituire la precedente legge 9 del 2016.

Una vera e propria battaglia politica quella sulla ludopatia, che ha visto le opposizioni agguerrite nel tentativo di impedire il passaggio della nuova norma. La scorsa estate parte della maggioranza aveva già cercato di apporre delle modifiche alla legge votata all’unanimità nel 2016, eliminando la retroattività del provvedimento attraverso un emendamento inserito in una legge omnibus. Modalità che aveva scatenato la reazione delle opposizioni e che era comunque naufragata anche per la presa di distanza da parte di una frazione della stessa maggioranza. Successivamente il consigliere leghista Claudio Leone aveva presentato un disegno di legge in materia, ma anche allora il provvedimento non era passato. Infine il ddl di Fabrizio Ricca, una volta portato in aula, aveva visto l’opposizione mettersi di traverso con la presentazione di oltre 900.000 emendamenti, con il chiaro intento di paralizzare l’iter legislativo. Per uscire dall’impasse, la maggioranza, con l’approvazione della giunta per il regolamento del consiglio, ha giocato la carta del cosiddetto “canguro”: uno strumento che, in casi di particolare urgenza, permette di accorpare gli emendamenti e bocciarli in blocco, riducendo in modo significativo i tempi della discussione. Un passo che ha permesso al disegno di legge di passare con 25 voti favorevoli, 17 contrari, 3 astenuti e un non votante.

Tra le novità più importanti c’è l’eliminazione della retroattività nell’applicazione del cosiddetto “distanziometro”, ossia l’obbligo di distanza minima degli apparecchi da una serie di luoghi definiti “sensibili”, quali, tra gli altri, scuole, banche, chiese e ospedali.  Le attività che avevano dismesso gli apparecchi dopo l’entrata in vigore della norma del 2016 «possono rivolgere istanza di reinstallazione, anche se sono intervenuti cambi di titolarità, senza che ciò sia equiparato a nuova installazione, purché non si superi il tetto massimo esistente a maggio di 5 anni fa», si legge nel testo. Inoltre lo stesso distanziometro subisce un ridimensionamento, passando da 500 a 400 metri di distanza obbligatoria dai luoghi sensibili per i comuni sopra i 5.000 abitanti, rimane immutata a 300 metri per i comuni sotto i 5.000 abitanti.

«L’aspetto preoccupante di questa nuova legge – commenta la consigliera Pd Monica Canalis – è che inevitabilmente tornerà ad aumentare l’offerta di gioco fisico che è dimostrato essere quello che crea maggiore dipendenza. La maggioranza è passata sopra a tutti i pareri negativi da parte del mondo sanitario, delle associazioni, degli enti locali e delle forze dell’ordine, rispondendo soltanto alla lobby dell’azzardo, unica realtà a beneficiare del provvedimento».

Ma le contestazioni non sono solo sul merito, ma anche sul metodo con il quale la maggioranza ha fatto passare il provvedimento «Dopo il tentativo di soppiatto di mettere mano alla legge 9/2016 – spiega Giorgio Bertola del Movimento 5 stelle – attraverso un emendamento infilato in una legge omnibus, arriva quest’altro colpo di mano: l’utilizzo del “canguro” ci pare illegittimo. A livello politico questa rappresenta una delle pagine più nere della storia del consiglio regionale».

Un altro aspetto della nuova norma che ha fatto molto discutere è la destituzione degli enti locali da qualsiasi autorità in materia di regolamentazione del gioco d’azzardo legale. E i sindaci del territorio, trasversalmente alle diverse appartenenze politiche, insorgono «A preoccupare, oltre all’aumento dell’offerta di gioco con le sue inevitabili conseguenze – spiega il sindaco di Grugliasco Roberto Montà – è il ridimensionamento delle prerogative dei sindaci che perdono il potere di ordinanza in materia, pur essendo diretti responsabili della salute pubblica e della sicurezza. Come amministratori avevamo cercato una mediazione presentando una proposta di legge che univa alcuni aspetti positivi della nuova legge a quella del 2016 che, dati alla mano, aveva dato ottimi risultati. Non essendo stati ascoltati, si prospetta un ricorso congiunto per una legge che presenta importanti aspetti di incostituzionalità».

Nel nuovo testo si legge anche come il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, entro sessanta giorni dovrà approvare il Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio del gioco d’azzardo patologico.  Inoltre i minorenni non potranno accedere a sale gioco e sale bingo in cui sono installati i videoterminali. Il titolare sarà tenuto a identificare i minori chiedendo il documento di identità e l’uso delle slot sarà attivabile tramite codice fiscale o tessera sanitaria.

 

Foto di Antoine Taveneaux