istock-801664036

Un messaggio di gioia

Il Signore mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi
Isaia 61, 1

Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù
Galati 5, 1

Il tema libertà-liberazione dalla schiavitù è il filo continuatore tra i passi di Isaia e Galati che qui meditiamo. Così come lo annuncia Isaia e come lo ribadirà Gesù a Nazareth (Luca 4) si tratta di un messaggio di gioia, specialmente per le persone afflitte, private della libertà, tenute in schiavitù o segregate in carcere. 

È Dio che manda il suo profeta (e il suo figliuolo) ad annunciare il lieto messaggio, ma più che questo, è Dio che opera per la liberazione e la guarigione di quanti sono addolorati, umiliati, resi infelici dai poteri che impongono leggi di segregazioni, esclusioni, privazione di diritti. È Dio che scende al fianco di quanti non hanno voce per far valere i propri diritti.  Dio manda il suo Spirito affinché tutti vedano quella condizione di sofferenza e perché prendano iniziative per far cessare ogni forma di schiavitù.

L’apostolo Paolo nella lettera ai Galati affronta in modo diffuso il tema della libertà a partire dal presupposto che sia Cristo ad avere operato la nostra liberazione. La schiavitù di cui parla Paolo è quella di chi è sottomesso ad autorità, dottrine e ideologie schiavizzanti. Perché la liberazione sia completa e duratura, Paolo aggiunge il particolare che chiama alla responsabilità quanti e quante sono stati liberati e posti nella condizione di emergere dalla schiavitù. La responsabilità a cui richiama Paolo è quella di non farsi mettere nuovamente in condizione di schiavitù. Il ritorno alla condizione di prima è una costante di chi non sa apprezzare la liberazione, ma con uso scriteriato della libertà si muove all’indietro, pensando di andare avanti. Così Paolo, oltre che come messaggero di buone notizie, si fa sentinella e ci chiama a vigilare sui nostri nemici, ma anche sui condizionamenti e i desideri insani interni a noi stessi.