istock-1036050176

Chiamati a vivere secondo la legge dell’amore

Il Signore è pietoso e clemente, lento all’ira e ricco di bontà
Salmo 103, 8

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge
Galati 5, 22-23

Nel linguaggio paolino l’espressione “frutto dello Spirito” al singolare è in opposizione con le opere della carne, di cui Paolo aveva parlato precedentemente (cfr. 5, 19), che sono nocive per se stessi e per gli altri. Il frutto dello Spirito è l’unico frutto da cui scaturiscono le virtù che caratterizzano l’azione dello Spirito Santo nella vita dei credenti. 

Ragionando per opposizione, Paolo oppone la carne, intensa come uomo naturale che segue la sua spinta istintiva al male, all’uomo nuovo che è guidato dallo Spirito di Dio; le opere del peccato, espressione della volontà malvagia dell’uomo, sono opposte al dono inatteso e gratuito della vita nuova che lo Spirito esprime attraverso il credente. Lo Spirito e la carne non sono dei componenti della natura umana, bensì due realtà sulle quali gli individui possono fondare la propria esistenza; due direzioni verso le quali essi possono muoversi; convergere sull’una è morte, sull’altra è vita e pace. Ciò porta a considerare la vita umana come luogo del conflitto permanente tra carne e Spirito.

L’invito che Paolo fa ai Galati, e attraverso di loro a tutti i cristiani, è un invito a ricevere il dono della vita nello Spirito, che libera l’essere umano dalle proprie chiusure, dal tentativo di voler salvare se stessi con la propria giustizia davanti a Dio, aprendo nuovi spazi di libertà dove è possibile vivere in armonia con gli altri, nell’amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo. Anche se il frutto dello Spirito è unico e tutte le virtù formano un tutto unico, c’è da notare, tuttavia, che l’amore occupa il primo posto, come per indicare che è l’amore ad abbracciare e a includere tutte le altre virtù, che sono modi attraverso i quali l’amore trova la sua espressione.

Chi è mosso dallo Spirito fa di più di quello che è richiesto dalla legge, pertanto non può essere condannato da essa. Come scrive Paolo: “La legge è fatta non per il giusto” (I Timoteo 1, 9), la legge “dà soltanto la conoscenza del peccato” (Romani 3, 20). E nessuna legge può ostacolare la manifestazione dei caratteri stessi di Cristo nella vita del credente. La grazia di Dio e la potenza dello Spirito Santo innalzano il credente molto al di sopra della legge sinaitica.