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Credere all’annuncio della resurrezione

Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato? A chi è stato rivelato il braccio del Signore? 
Isaia 53, 1

Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato
I Timoteo 6, 12

Quando leggo questi versi, penso all’incredulità di coloro che non credettero alla notizia della resurrezione di Gesù. Del resto, quale dovrebbe essere quella “nostra predicazione” non creduta se non l’annuncio della tomba vuota, della morte che rende la vita, della luce che si impone sulle tenebre? Nessuno, dalle donne agli apostoli, da Tommaso ai discepoli di Emmaus, nessuno inizialmente credette; nessuno credette alle parole di Gesù quando annunciava le atroci sofferenze che avrebbe patito, quando accennava alla morte alla quale sarebbe andato incontro ed alla resurrezione che ne sarebbe conseguita il terzo giorno, sebbene, appunto, ciò sarebbe stato il compimento di quella predicazione alla quale in tanti dicevano di credere. Nessuno credette, né prima che ciò avvenisse, quasi a voler allontanare lo spettro di una verità difficile da accettare (Pietro docet), né dopo, quando l’evidenza della tomba vuota non bastò a persuadere nemmeno coloro che avevano con Cristo condiviso ogni cosa. Forse perché, sebbene solleticati dalla predicazione di Gesù, non le avevano concesso ancora totale potestà sulla loro vita, o forse perché, la loro fede era radicata più sul ruolo di Cristo, sul suo carisma e sul suo prestigio, piuttosto che su di Lui, quale Parola che crea e dona vita. E così, quando la morte lo prese, portò via anche il suo carisma. Eppure, la verità che Cristo è morto e risorto per noi è e resta lì, non creduta da tanti, ma comunque vera, verità che trionfa, che contagia, che persuade, che chiama, e che si manifesta nell’incontro personale col Risorto. Da quell’incontro tutto cambia e si passa dall’essere ammiratori e ammiratrici di Gesù, all’essere suoi, dal credere alle sue parole, al vivere della sua Parola. Da quell’incontro, la credenza è diventata certezza di vita, in virtù di quell’annuncio divenuto realtà, annuncio che è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede (Romani 1, 16).