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In crisi il cioccolato Caffarel?

Lo scorso martedì 1° giugno, presso l’Unione Industriale di Torino, durante un incontro tra la Caffarel (Gruppo Lindt) e le rappresentanze dei lavoratori, è stata comunicata ai sindacati la decisione di attivare una procedura di Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria, ndr) per ristrutturazione aziendale. In assoluto non è il classico “fulmine a ciel sereno”; si mormorava di difficoltà e di mercato in crisi già nei mesi scorsi.

Da tempo, secondo l’azienda con sede a Luserna San Giovanni (To), il saldo economico è negativo; la pandemia non ha fatto altro che accelerare lo stato di crisi; secondo le intenzioni aziendali saranno coinvolte da questa difficile svolta 90 persone tra operai e impiegati. La Flai Cgil ha ribadito con forza la possibilità di attivare strumenti alternativi quali contratti di solidarietà (non solo difensiva) e l’articolo 4 relativo alla Legge Fornero (isopensione).

«Riteniamo strategica la riqualificazione professionale e un rilancio da parte della Lindt che preveda investimenti tecnologici e produttivi e l’implementazione dei flussi di lavoro – sottolineano i sindacalisti della Cgil –. Ci pare inopportuno agire dei licenziamenti, in un contesto di transizione e ripartenza del paese, nel quale è in atto una discussione da parte del Governo sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Non vorremmo trovarci in una situazione analoga a quella generata dalla riforma Fornero con gli “esodati”.

Noi siamo disponibili a discutere di organizzazione del lavoro e saturazione degli impianti anche attraverso la riqualificazione degli eventuali esuberi».

Il taglio del costo del lavoro, realizzabile soltanto con licenziamenti, avrebbe un impatto sociale pesantissimo, coinvolgendo in modo particolare l’occupazione femminile.

Si annunciano assemblee e iniziative che coinvolgano le maestranze, a partire da oggi 8 giugno.