martin-junge-bfdw

Quella compassione che spinge verso la giustizia

«Le chiese e le organizzazioni religiose condividono lo spazio pubblico con una serie di altri attori della società civile. Devono trovare un modo unico per alzare la loro voce profetica per i più vulnerabili», questo è uno dei focus emersi nel discorso programmatico del segretario generale della Federazione luterana mondiale (Flm), Martin Junge, al simposio di Bread for the World tenutosi lo scorso 28 maggio. A darne notizia è il sito delle Flm.

Il simposio (incentrato sul tema: lo sviluppo sostenibile e l’assistenza umanitaria hanno bisogno di una società civile più forte) è stato aperto dalla presidente uscente di Bread for the World, Cornelia Füllkrug-Weitzel.

Bread for the World è partner della Flm sin dalla sua fondazione nel 1959.

Il contributo di Junge si è incentrato sul contributo delle chiese possono e devono dare allo sviluppo sostenibile e agli aiuti umanitari: «La diaconia è una parte essenziale dell’essere chiesa. L’impegno diaconale può essere visto come una spinta  compassionevole verso la giustizia».

Ci sono buone ragioni bibliche e teologiche perché le chiese siano attive in questi campi: «le chiese non hanno bisogno di spiegare il loro impegno profuso nella diaconia o nello sviluppo sostenibile e negli aiuti umanitari», ha affermato Junge.

Tale lavoro «è centrale ed è una chiamata a prendersi cura del prossimo, soprattutto se vulnerabile».

È fondamentale, ha affermato in conclusione il segretario generale della Flm, «che le chiese s’impegnino nello spazio pubblico e che da esso imparino. Ciò fornirà anche l’opportunità di unire forze e attori diversi».