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Negli Stati Uniti aumenta il numero di chiese che chiudono i battenti

Un nuovo studio di Lifeway Research evidenzia che nel 2019 negli Stati Uniti sono state più le chiese protestanti chiuse rispetto a quelle aperte, continuando un trend che si prevede possa accelerare nei prossimi anni.

Lo studio, che ha analizzato i dati delle chiese di 34 denominazioni e gruppi protestanti, ha rilevato che nel 2019 sono state chiuse 4.500 chiese, mentre sono state avviate circa 3.000 nuove congregazioni. Le 34 sigle protestanti rappresentano circa il 60% delle denominazioni protestanti con sede negli Stati Uniti.

«Anche prima della pandemia, il ritmo di apertura di nuove chiese non forniva abbastanza sostituti per quelle che avevano chiuso i battenti», ha affermato Scott McConnell, direttore esecutivo di Lifeway Research.

L’analisi ha anche indicato l’accelerazione di tali chiusure che nel 2014 sono state 3.700 rispetto alle 4.500 del 2019.

Gli studiosi hanno avvertito che è molto difficile ottenere informazioni accurate sulle chiusure delle chiese e anche che tale numero è ancora relativamente piccolo. Ci sono tra 320.000 e 350.000 chiese protestanti negli Stati Uniti, quindi la perdita di 4.500 rappresenta un calo dell’1,4%, ha affermato Scott Thumma, professore di sociologia e direttore dell’Hartford Institute for Religion Research.

Ma un altro studio, del Center for Analytics, Research and Data, affiliato alla United Church of Christ, ha dipinto un quadro ancora più netto. Pubblicato ad aprile, ha stimato che nel decennio terminato nel 2020, da 3.850 a 7.700 luoghi di culto hanno chiuso ogni anno negli Stati Uniti. Ha anche previsto che quei numeri raddoppieranno o triplicheranno sulla scia della pandemia.

Il motivo principale per la chiusura delle chiese è un calo dei membri. Un sondaggio di marzo di Gallup ha rilevato che meno della metà (47%) degli americani afferma di appartenere a una chiesa, sinagoga o moschea, in calo rispetto a oltre il 70% nel 2000.

A ciò si aggiunge il costo crescente per la manutenzione degli edifici obsoleti e una riluttanza post-pandemia a tornare ai culti in presenza.