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Cristiani contro la tortura. Serve disegno unitario per le migrazioni

L’Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura (Acat), insieme al movimento Rinascita Cristiana, ha scritto una lettera-appello al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi.

Nella lettera, Acat esprime approvazione per la decisione di istituire una «cabina di regia» sulle migrazioni, nel pieno rispetto dei diritti umani.

Ecco il testa della lettera:

«Egregio sig. Presidente del Consiglio,

sosteniamo vivamente la Sua decisione di istituire una “Cabina di Regia” sulle migrazioni, poiché pensiamo che il problema debba essere affrontato con coerenza e coordinamento a 360 gradi da un’unica entità responsabile che ne sappia valutare pregi e difetti in termini umani, sociali ed economici, nel pieno rispetto dei Diritti Umani.

Reputiamo che tale “Cabina di Regia” debba definire una strategia per affrontare e risolvere tutti i problemi che si presentano su piani differenti, ma che necessitano di un disegno unitario per poter arrivare ad una visione del fenomeno migratorio che sia “equilibrata, efficace ed umana” come da Lei dichiarato in Senato il 12-5-u.s..

Elenchiamo qui di seguito, a scopo esemplificativo i vari aspetti da curare e integrare:

  • Controlli e salvataggi in mare con i mezzi nazionali, compresa una cooperazione razionale con le ONG che se ne occupano;

  • Un solido piano all’interno della U.E. per la redistribuzione dei migranti che arrivano nei paesi di frontiera;

  • Un piano di integrazione dei migranti, con la possibilità di una equilibrata distribuzione sul territorio, facilitandone il percorso di istruzione e l’accesso al mondo del lavoro, (per evitare lo sfruttamento da parte della criminalità e di datori di lavoro senza scrupoli), ecc., piano da valutare in funzione della maggiore integrazione sociale del migrante, del possibile risparmio economico e/o della possibile ricaduta sul territorio delle risorse impegnate;

  • Assiduo monitoraggio, verifica e controllo nella gestione operativa da parte di tutti Corpi dello Stato che si occupano del problema, assicurando il rispetto delle normative internazionali e delle leggi italiane, espletando tutte le formalità gestionali e amministrative previste in tempi rapidi, con particolare attenzione ai rifugiati politici, ai minori, ai ricongiungimenti familiari, ecc., evitando assolutamente i respingimenti informali alla frontiera;

  • Analisi di possibili modifiche legislative per facilitare e accelerare la regolarizzazione di quanti arrivano sul nostro territorio, nonché di quanti vi risiedono da anni e, pur essendo teoricamente invisibili, sono ormai inseriti anche in processi lavorativi (ovviamente in nero) e hanno ormai perso ogni legame con il paese d’origine;

  • Approvare una legge che dia la cittadinanza ai nati in Italia, sul modello dello “Ius soli” o dello “Ius culturae”;

  • Rinforzare e potenziare i Corridoi Umanitari, dislocando le pratiche amministrative per la regolarizzazione nel paese d’origine, evitando così tutte le sofferenze dei migranti e le migliaia di morti in mare, e valutando se questo approccio realizzi anche un risparmio di denaro pubblico;

  • Revisione totale dei Patti Italia Libia (definita ufficialmente “Porto non sicuro”), modificando i compiti della relativa guardia costiera, monitorandone i Centri di Detenzione fino alla loro totale eliminazione.

La Cabina di Regia, secondo noi, nella sua attività dovrebbe valutare e soppesare gli effetti della migrazione sulla vita italiana, non solo in termini di costi e di “cronaca” come già succede ampiamente, ma anche in termini di ritorni e di impatto sulla vita sociale ed economica del paese, quali ad esempio:

  • Il numero delle risorse ufficialmente inserite nel mondo lavorativo ed il relativo reddito prodotto

  • Il loro contributo alle singole economie locali e la ricaduta delle spese nazionali sul territorio

  • Il loro contributo in termini di imposte pagate e/o contribuzione sociale (INPS e/o altro)

  • Il contributo al ringiovanimento della popolazione e alla natalità italiana apportato dai migranti».

 

Foto di Gémes Sándor/SzomSzed