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Ex Embraco: l’ultimatum della Regione Piemonte al governo

Le 400 lettere di licenziamento inviate dal curatore fallimentare appese a un filo in Piazza Castello: è iniziata così la giornata di ieri per i lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri, a simboleggiare lo stato di attesa e sospensione che ha caratterizzato la vita di queste persone e delle loro famiglie negli ultimi tre anni, tra speranze di rinascita puntualmente disattese. Nella mattinata le delegazioni sindacali sono state ricevute dal governatore Alberto Cirio, accompagnato dall’assessora al lavoro Elena Chiorino. Scopo dell’incontro: invitare la Regione a farsi da intermediaria con il governo per il prolungamento della cassa integrazione e l’avvio del progetto industriale Italcomp, il polo italiano dei compressori per frigoriferi, che coinvolgerebbe anche lo stabilimento bellunese della Acc.

Nel corso del tavolo Cirio ha contattato telefonicamente il ministro del lavoro Francesco Orlando per la questione della cassa integrazione «Il ministro – racconta Ugo Bolognesi di Fiom Cgil – ha garantito che nel prossimo consiglio dei ministri verrà discussa una formula che permetta il prolungamento degli ammortizzatori sociali da inserire nel prossimo Decreto Sostegni. Come sindacati abbiamo sottolineato come debba trattarsi di una norma “a prova di curatore”, dato che Maurizio Gili (curatore della ex Embraco, ndr) ha già negato la concessione dopo che il ministro aveva rassicurato sulla possibilità di concederla».

Un’altra partita si gioca sul piano della reindustrializzazione: il progetto Italcomp è fermo e le parti interessate chiedono che sia presa una decisione al più presto «Il tempo guadagnato con il prolungamento della cassa integrazione non va sprecato – continua Bolognesi – Il governo deve dirci una volta per tutte se esiste una volontà politica in tal senso». Su questo tema, sempre nell’incontro di ieri, il governatore piemontese ha contattato il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: «Il ministro ha affermato che c’è l’interesse per il progetto, ma al momento manca l’investimento privato che, per legge, deve raggiungere il 30% del capitale» conclude Bolognesi. Al termine dell’incontro la decisione di darsi un tempo: in queste ore la Regione scriverà una lettera al premier Mario Draghi indicando il 30 giugno come data ultima per decidere se proseguire o meno con Italcomp. In caso contrario dovrà essere trovata un’altra soluzione che, però, al momento non è nemmeno all’orizzonte.