183681171_10225232324224588_8233392597003509115_n

Un Pinerolese nel Consiglio Centrale del Cai

Si sono svolte nell’ultimo fine settimana le elezioni per il Consiglio Centrale del Club Alpino Italiano, organo di indirizzo e controllo della grande organizzazione che conta oltre 300.000 soci in tutta la penisola. Il Club è nato nel 1863 fra il Monviso e Torino, grazie al forte impulso di Quintino Sella, ed è aperto a tutti gli appassionati di montagna. Per la seconda volta, dopo il Pinerolese Ugo Griva, il territorio può esprimere un rappresentante in seno al Consiglio Centrale, una sorta di Parlamento del Cai. Giacomo Benedetti, socio del Cai Uget Val Pellice, è stato infatti eletto come uno dei quattro rappresentanti dell’area Liguria-Piemonte-Valle D’Aosta (LPV) per un mandato di tre anni, rinnovabile per altri tre. Ma il percorso di Benedetti parte da lontano. «Ho effettuato tutta la “trafila” iniziando come semplice socio della sezione Uget Val Pellice, per poi entrare nella locale Commissione rifugi fino a diventarne presidente e a rinnovare il patrimonio immobiliare della sezione (i conosciuti rifugi Barbara Lowrie, Battaglione alpini Monte Granero, Willy Jervis con annessa Meizoun Peyrota e il bivacco Nino Soardi al colle Boucie) con importanti interventi di miglioria e ampliamento. Il mio percorso è poi continuato con l’elezione nella Commissione rifugi LPV di cui sono stato anche presidente durante il secondo mandato. Infine, il salto alla Commissione nazionale rifugi di cui sono stato nominato presidente ormai oltre quattro anni fa (ho concluso il primo mandato e ora dovrò lasciare il secondo per l’elezione alla Commissione Centrale)». Con Benedetti cerchiamo meglio di capire quale sarà il suo ruolo all’interno di questo organo. «Ogni territorio, in base al numero degli iscritti e delle sezioni ha un peso diverso, ma tutta la nazione è rappresentata; una sorta di Parlamento che ha poi un Consiglio Direttivo Centrale che può essere paragonato al Governo e che risponde operativamente agli eletti. Al centro del mio “programma” elettorale c’è sicuramente l’ambiente perché il Cai è indissolubilmente legato a esso e il rispetto della natura deve essere al centro di chiunque va in montagna e delle opere che la “popolano” come i rifugi. Proprio questo altro aspetto, a cui sono molto legato fin dall’inizio della mia militanza, vorrei poterlo coltivare anche in questo ambito. I rifugi alpini sono un presidio vero e proprio di sicurezza, medico, di cultura e vanno valorizzati nel modo corretto». Il ruolo di Benedetti sarà poi ovviamente quello di collegamento con un territorio vasto che comprende le tre regioni nord-occidentali che avranno in lui il riferimento a livello nazionale. «Ovviamente l’obiettivo è quello di collaborare con la zona LPV che ha un peso notevole nel panorama nazionale del mondo della montagna». Un impegno sicuramente molto impegnativo, svolto a titolo prettamente volontario e non retribuito. «Tutte le cariche del Cai non prevedono rimborsi o stipendi (solo il personale “tecnico” è assunto) e anche il presidente nazionale non ha diritto a una retribuzione (sono previsti solo rimborsi spese per le “missioni”): lo si fa per convinzione e spirito di appartenenza al sodalizio e per essere utili al mondo della montagna».