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Uffizi. E la cultura riparte da Firenze

«È con grande emozione che possiamo annunciare a Firenze, all’Italia, al mondo, un duplice evento di grande significato: gli Uffizi, diretti da Eike Schmidt, riaprono dopo il lockdown imposto dalla pandemia, e nel contempo incrementano e diversificano la loro offerta artistica e culturale. Questo, è il significato dell’inaugurazione delle nuove sale dedicate al ‘500 e degli interventi che rendono più agevole la fruizione della Galleria con il nuovo ingresso e le sale dell’accoglienza»: ad affermarlo è Valdo Spini, membro del Cda delle Gallerie degli Uffizi in rappresentanza del ministero della Cultura. «Tra i nuovi ingressi espositivi – ricorda Spini – c’è anche il ritratto, importante per gli evangelici italiani, del politico e umanista Pietro Carnesecchi (1508-1567), il filosofo umanista che in quell’epoca acquistò molto favore presso la corte medicea, ma che a causa delle sue attività riformistiche fu rinnegato e fatto giustiziare da Cosimo I». Il ritratto si deve a Domenico Ubaldini (detto Domenico Puligo). Carnesecchi, conoscitore e ammiratore dell’opera di Juan de Valdés, fu in corrispondenza anche con Giulia Gonzaga, con il vescovo Pier Paolo Vergerio; aderì a una comunità calvinista a Venezia intorno al 1560, e con molti altri fu inquisito sotto i pontificati di Pio IV e Pio V, più volte processato, poi torturato e messo a morte (se ne occupa fra gli altri Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell’Italia del Cinquecento, Claudiana, 1992).

«La pandemia – prosegue Spini – ci ha permesso di scoprire il ruolo non antagonista ma complementare della rete web, nell’avvicinamento del pubblico – un nuovo pubblico – alle Gallerie degli Uffizi. Al vecchio pubblico, che già conosce gli Uffizi, e al nuovo pubblico, che li vuole conoscere, presentiamo dunque un’offerta rinnovata e che si farà sempre più ampia; in particolare quando potremo riaprire il Corridoio Vasariano (leggi l’articolo su riforma.it). Com’è giusto e logico che sia, la nostra attenzione in questo periodo è concentrata sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e sui fondi che arriveranno». 

La cultura infatti è nominata nella prima missione Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, sottolineandone implicitamente il legame con l’azione di ammodernamento informatico e tecnologico, che il nostro Paese dovrà affrontare per risolvere i problemi di produttività: «Non dimentichiamo anche il legame con la “missione 4. Istruzione e ricerca” del Pnrr. È un legame che si dovrà stabilire nell’attuazione del piano». La “missione 1. Componente 4 – Turismo e cultura” (totale 6,68 md di euro) prevede varie analisi e misure: «La prima – prosegue Spini – è il “Patrimonio culturale per le prossime generazioni” per il quale si stanzieranno un miliardo e cento milioni di euro. L’obbiettivo è incrementare il livello di attrattività turistica e culturale del paese modernizzando le attrezzature materiali e immateriali del patrimonio storico-artistico. Le Gallerie degli Uffizi sono tra i protagonisti di questa azione. La seconda è la rigenerazione di piccoli siti culturali e che si articola in varie voci per un totale di 2 miliardi e settecento venti milioni, all’interno del quale, per esempio 300 milioni sono destinati ai parchi e giardini storici mentre per la rigenerazione dei borghi vi saranno 1 miliardo e duecento milioni. Qui, gli Uffizi, con l’iniziativa degli “Uffizi diffusi”, fungeranno davvero da “impresa motrice” nel territorio toscano e per il territorio toscano, naturalmente nel senso culturale del termine».

Tra le iniziative promosse da Valdo Spini ricordiamo anche Riparti Italia Riparti Cultura, il programma che Spini (in qualità di presidente dell’Aici, l’Associazione delle istituzioni di cultura italiane) promuove «anche e soprattutto oggi nell’attuale situazione di pandemia di Covid-19 e delle sue conseguenze economiche e sociali che questa comporta».