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5 maggio 1981, muore Bobby Sands

Il 5 maggio 1981, RobertBobby” Sands moriva dopo un digiuno di 66 giorni in una prigione dell’Irlanda del Nord, il primo di dieci detenuti repubblicani a morire di fame nel tentativo di ottenere lo status di prigioniero politico.

La loro morte fu un punto di svolta nel conflitto in Irlanda del Nord riesploso con forza dalla fine degli anni ’60 tra repubblicani cattolici, sostenitori della riunificazione con l’Irlanda, e protestanti lealisti, difensori della permanenza nord irlandese sotto la corona britannica.

Nel 1978, i detenuti repubblicani avevano intrapreso una “protesta dello sporco” per denunciare condizioni di detenzione disumane e chiedere il ripristino del loro status di prigionieri politici, che era stato abrogato due anni prima.

“Vestiti” solo di coperte per non indossare l’uniforme legale, i manifestanti si rifiutavano di lavarsi, di usare il bagno e di lasciare le celle.

Considerato il leader di circa 450 attivisti repubblicani incarcerati nei “blocchi H” della prigione fortezza di Maze (Long Kesh, Belfast), il 1° marzo 1981 Bobby Sands decise di rifiutare tutto il cibo «fino alla morte».

Membro dall’età di 18 anni della Provisional Ira, il gruppo paramilitare che si batteva per la fine della presenza britannica in Nord Irlanda, Bobby Sands aveva già trascorso otto anni in detenzione. Condannato per la prima volta nel 1973 a cinque anni di reclusione per possesso di arma da fuoco, il giovane era stato arrestato un anno dopo il suo rilascio, nel 1977, ed ora stava scontando, per lo stesso motivo, una pena più severa a 14 anni.

«Un crimine è un crimine, nient’altro che un crimine», ripeteva a più riprese la premier britannica Margaret Thatcher in risposta al desiderio del gruppo paramilitare di far riconoscere i suoi membri come i combattenti di una «guerra di liberazione nazionale».

Il 9 aprile 1981, dalla sua cella, Bobby Sands veniva eletto deputato alla Camera dei Comuni battendo di misura l’ex leader del principale partito unionista filo-britannico. Questa vittoria diede un impatto immediato al movimento di sciopero e rivolta cui si unirono altri detenuti.

Nel 54° giorno del suo sciopero della fame, l’attivista dell’IRA «pesa solo 44 kg. Una coperta di pelle di pecora è stata posta sotto il suo corpo per evitare che le ossa gli perforassero la pelle (…) Era anche avvolto in una coperta dalla tessitura molto morbida destinata a mantenere il calore del suo corpo», riferivano i giornali dell’epoca.

Gli ultimi giorni di Bobby Sands sono segnati da una febbrile attività politica e da molteplici tentativi di mediazione portati avanti in particolare dalla Commissione Europea dei Diritti Umani e dall’inviato personale del pontefice che consegna un crocifisso al giovane, a nome di Giovanni Paolo II .

Il 5 maggio, sfigurato dalla fame, sordo, cieco, Bobby Sands moriva all’età di 27 anni nell’infermeria della prigione di Maze. Margaret Thatcher, sostenuta dai politici di Westminster, rimase irremovibile.

Il 7 maggio il funerale dell’attivista ha rappresentato un grande momento di ricompattamento delle forze repubblicane e nei mesi seguenti l’Ira ha visto rimpolpare le proprie file come mai prima. Al contempo i primi successi elettorali ottenuti dai detenuti politici in quegli anni, a partire proprio dall’elezione di Sands, spinsero molti attivisti a ricercare anche una soluzione politica. Sarà l’inizio di un percorso complicato che porterà agli accordi del Venerdì Santo del 1998 e alla progressiva crescita elettorale del partito repubblicano Sinn Féin.

 

 

Foto: CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=540784