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Pavese tra parole e note

«“Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni nei quali dirai: non ho più alcun piacere, prima che il sole, la luna si oscurino e le nuvole tornino dopo la pioggia”. Tutto ci saremmo aspettati in quel bel pomeriggio d’autunno, salvo che trovare questa citazione dell’Ecclesiaste (12, 3-4) in calce alla bozza di una lettera di Cesare Pavese indirizzata all’editore Carocci», ricordava in un bell’articolo pubblicato nel 2013 su Riforma il pastore valdese Giorgio Bouchard. L’elzeviro letterario prendeva spunto da «un gradevole week-end passato con le chiese di Alessandria e San Marzano», dove Bouchard aveva discusso il libro di Sergio Aquilante Cercando il bene della città – Memorie di un pastore metodista (Claudiana, 2011) e anche meditato durante il culto, sulla singolare figura di Balaam e della sua asina (Numeri, cap. 22). «Mentre stavamo concludendo – si legge –, ci siamo resi conto che San Marzano era a pochi chilometri da Santo Stefano Belbo, la mitica località collinare che è tanto strettamente legata al nome di Cesare Pavese, uno dei maggiori (e migliori) scrittori italiani del Novecento».

Pavese, da sempre e soprattutto dopo la sua tragica morte, è uno tra gli scrittori italiani più celebrati e ripubblicati. I suoi libri hanno fatto il giro del mondo e le sue traduzioni hanno entusiasmato l’Italia intera, che stava diventando anch’essa in quegli anni un po’ statunitense. Un’edizione dei suoi capolavori letterari è stata da poco proposta al pubblico dalla casa editrice Newton e Compton con la prefazione di Paolo Di Paolo: vi sono contenute ben dieci opere integrali in un unico volume: La luna e i falò; La casa in collina; La spiaggia; Dialoghi con Leucò; Il compagno; La bella estate; Il diavolo sulle colline; Tra donne e sole; Lavorare stanca; Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Per entrare nella vita privata e pubblica di Pavese però è necessario scorrere le pagine di una biografia. L’occasione arriva con una pubblicazione preziosa, piccolo scrigno di parole e note, il libro curato da Franco Vaccaneo*, esperto di studi pavesiani e direttore fino al 2004 del Centro studi “Cesare Pavese”, pubblicato da Priuli & Verlucca, editrice di Scarmagno specializzata in libri di montagna, fotografie, tradizioni e antropologia del Piemonte e delle Alpi. Un libro con il valore aggiunto di un cd musicale che correda l’opera letteraria a cura del compositore, che possiamo definire “cantapoeta”, Mariano Deidda.

Il volume, ben curato e con copertina rigida elegante, è all’interno da un album fotografico con scatti di vita di Pavese, di suoi amici e mentori e impossibili amori, ed è una biografia aggiornata (la terza dedicata a all’uomo e scrittore Pavese, dopo quella di Davide Laiolo, Il vizio assurdo – Minimum fax 2020 e quella ben nota: Cesare Pavese di Lorenzo Mondo, Mursia 1984). Tra le righe si incontrano aspetti inediti, necessari per entrare senza infingimenti o falsi miti nel mondo di Pavese. Un modo per incontrare l’uomo attraverso i suoi scritti, le parole sue e i ricordi di amici, colleghi e famigliari. Un libro capace di far rivivere Pavese, al quale l’autore concede nuova vita, pensieri e parole.

Si ripercorrono le tappe salienti della vita agreste e di quella cittadina, privata e pubblica: ne emerge il ritratto di un uomo irregolare nella sua regolatezza, schivo, fuori dalle consuetudini mondane allora in voga, dalle quali rifuggiva ma a cui forse, avrebbe potuto volentieri cedere. Dall’infanzia nella campagna delle Langhe, si arriva alla morte per suicidio, all’Hotel Roma di Torino la sera del 27 agosto 1950 con l’ormai noto e famoso lapidario messaggio di congedo: «Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi».

Ma con il libro, vi è anche l’offerta musicale. Mariano Deidda, grazie a una solida esperienza interpretativa, offre un lavoro eccezionale, il cd Deidda canta Pavese (disponibile anche in una edizione non allegata al libro). L’ottima registrazione per audiofili, grazie agli arrangiamenti e alle sonorità eseguite da alcuni dei migliori musicisti (anche in ambito jazz) del panorama italiano, declama, sussurra e intona una rinascita dei versi di Pavese. Un viaggio percorso insieme al tocco raffinato al pianoforte di Silvia Cucchi, all’inconfondibile suono di sax e clarinetto di Gianluigi Trovesi, alle corde vocali dell’attore Carlo Simoni ascoltabili nel brano Albergo Roma e che, grazie alla fisarmonica di Luca Zanetti, la Machiavelli Music Publishing, propone con spirito romantico. Deidda e i suoi musicisti rincorrono le emozioni più recondite intrappolate negli interstizi dell’opera di Pavese, consegnandole all’ascoltatore senza filtri.

 

* F. Vaccaneo, Cesare Pavese. Vita, colline, libri. Scarmagno (To), 2020, pp. 128.