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Dalla Germania due nuove navi per il soccorso nel Mediterraneo

Il teologo e vescovo protestante della Sassonia Tobias Bilz ha tenuto a battesimo la nuova nave di soccorso dell’associazione di Dresda “Mission Lifeline” nel porto di Wewelsfleth, nella regione di Schleswig-Holstein, il più a Nord dei 16 land tedeschi, al confine con la Danimarca, sul fiume Elba. Un chiaro segnale di vicinanza all’operato e alla mission della Ong quello della Chiesa evangelica luterana di Sassonia: il salvataggio di vite in mare.

«Sono molto colpito da quello che si sta facendo qui», ha detto il vescovo Bilz. «Le persone che sono attive fanno ciò che è profondamente parte della fede cristiana – vale a dire aiutare le persone bisognose». Il salvataggio civile in mare sta assumendo compiti che richiedono urgentemente una soluzione politica. Bilz si è detto orgoglioso che una nave venga inviata dalla Sassonia per soccorrere i rifugiati.

Tra poco più di due settimane, la nave denominata “Rise Above” inizierà il suo servizio. Mission Lifeline ha annunciato che sarà utilizzata per il salvataggio civile in mare. Prima di tutto, la prova pratica si svolgerà sulla rotta verso l’arcipelago Helgoland. Quindi la nave partirà per il Mediterraneo, dove verrà utilizzata per la al largo delle coste nordafricane.

L’ex silurante della marina tedesca è stato acquisito alla fine del 2019 e da allora è stato trasformato in una nave di soccorso. Secondo il portavoce dell’associazione Axel Steier, i costi finora sono stati di circa 600.000 euro e sono stati coperti da donazioni. La nave lunga 25 metri ha un’infermeria a bordo. Può ospitare numerosi rifugiati e dispone di zattere di salvataggio gonfiabili. A 18 nodi (circa 33 chilometri all’ora), il “Rise Above” è più veloce di altre navi di soccorso.

Lifeline, dal 2016 ha salvato finora più di 1.000 persone con la nave omonima.

Nell’estate del 2018, Lifeline è stata confiscata dalle autorità maltesi e il capitano della nave Claus-Peter Reisch è stato processato e assolto a inizio gennaio 2020 dalle accuse di ingresso irregolare in acque maltesi. Ma la nave per un anno e mezzo è rimasta bloccata senza aver potuto svolgere il proprio lavoro in mare

Intanto la nave di soccorso per migranti, la Sea-Eye 4, dell’omonima organizzazione tedesca, ha lasciato i cantieri di Rostock per dirigersi in Spagna da dove riprenderà le sue attività nel Mediterraneo.

Questa nave sarà in grado di curare anche persone affette da Covid-19. È uno scafo del 1972 ricostruito con un lavoro di sei mesi da circa 250 volontari raggruppati nell’iniziativa “United4Rescue“, che comprende partner tra cui MSF e la sinistra radicale tedesca Die Linke. È stato in gran parte finanziato dalla Chiesa protestante tedesca.

Tutto ciò mentre, come ricorda oggi il quotidiano La Stampa, dal 2017 sono state avviate più di venti inchieste nei confronti delle Ong che operano nel Mediterraneo, ma non si è registrata nessuna condanna. Una grande perdita di tempo che però ha assaolto un compito evidentemente orchestrato: limitare al massimo la presenza di navi umanitarie in mare: fra indagini, fermi amministrativi e cavilli vari la loro presenza è ridotta al lumicino. Le stragi in mare confermano questa tragica realtà.

Tra il 2015 e il 2018  sono state indagate 158 persone per favoreggiamento di ingresso irregolare in uno stato dell’Unione europea (Ue) e 16 Ong hanno subito un procedimento penale, ricordava giusto un anno fa Amnesty Intenrnational, in occasione della presentazione del rapporto Punire la compassione: solidarietà sotto processo nella Fortezza Europa”: Amnesty chiedeva ai leader europei di fermare la criminalizzazione verso coloro che difendono i diritti umani all’interno dell’Ue e di intraprendere a riguardo una serie di misure per assicurare che siano recepite le indicazioni delle Nazioni Unite per garantire un sistema sicuro e sostenibile.

Fortezza Europa invece si asserraglia. Nel 2020 sono arrivate sulle sue coste 95 mila persone migranti. L’Unione Europea conta 446 milioni di abitanti. 

Servono altre parole su quale sarebbe il peso su ogni nazione della condivisione nella gestione di questi arrivi?