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«Allarme per il rilascio di acque radioattive in Giappone»

Ioan Sauca, segretario generale  del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), ha espresso profondo allarme per la recente decisione del governo giapponese di approvare il rilascio di acqua contaminata dal trizio dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi nell’Oceano Pacifico.
Il segretario generale del Consiglio delle chiese cristiane in Giappone (Nccj) Kim Sungjae e il presidente del Comitato per le questioni della Pace e del Nucleare del Nccj Naito Shingo hanno rilasciato congiuntamente una dichiarazione, citando la missione cristiana «di prendersi cura della Terra» e invitando il governo a ritirare questa decisione.
 
Il 13 aprile, il governo del Giappone ha approvato il rilascio nell’oceano di oltre 1,25 milioni di tonnellate di acque reflue radioattive che si sono costantemente accumulate dai detriti di combustibile nucleare fuso dei reattori 1 e 3 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi Tepco, distrutti nel 2011. La giustificazione addotta per questa decisione è che i serbatoi di stoccaggio installati all’interno dei terreni sarebbero stati completamente riempiti entro altri due anni.
 
Se questa decisione fosse adottata dal 2023, il trizio radioattivo verrebbe rilasciato nell’Oceano Pacifico nei prossimi 30-40 anni. Il governo afferma che il rilascio di acqua contaminata dal trizio nell’oceano è l’unica soluzione possibile, ma gli esperti indicano possibilità alternative, come lo stoccaggio a terra o mediante la solidificazione della malta. La dichiarazione dell’Nccj afferma che queste possibilità non sono state prese in considerazione nella recente decisione del governo che approvava l’opzione più economica.
 
«Le storie della creazione tratte dalla Bibbia ci raccontano l’interconnessione di tutta la vita, riflette Sauca, e rilasciare acqua contaminata nel mare con conseguenze  sconosciute è un atto contro ciò che sappiamo essere giusto e mina la vita di molte creature di questa Terra».
 
«Le nostre preoccupazioni immediate sono per l’impatto che questo avrà sulle industrie ittiche locali e su altri che dipendono dalle acque vicine per il loro sostentamento», ha aggiunto Sauca. «Tuttavia, le conseguenze potenzialmente devastanti a lungo termine per l’ambiente e la salute umana in tutta l’Asia orientale cherisulterebbero dal rilascio di acqua radioattiva contaminata in un tale periodo di tempo non possono essere ignorate.
Esorto il governo giapponese a scegliere un percorso che protegga e sostenga la vita e la creazione nella regione e in tutto il mondo, e di annullare questa decisione estremamente deplorevole».
 
Photo: Paul Jeffrey/WCC