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«Italia-Turchia ai prossimi europei di calcio sia arbitrata da una donna»

474. È il numero dei femminicidi accertati in Turchia nel 2019. E, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 38% delle donne turche subisce violenze dentro le mura domestiche. In questo contesto, un decreto presidenziale del 20 marzo ha annunciato il ritiro del Paese dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, la cosiddetta Convenzione di Istanbul.

Una «decisione sconsiderata», come l’ha definita il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović, che si inserisce in un momento delicatissimo per i diritti umani e le libertà civili in Turchia. In una recente nota, Human Rights Watch ha affermato che il governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan sta smantellando la tutela dei diritti umani e le norme democratiche a livelli che non hanno precedenti nei 18 anni in cui è stato in carica.

In quest’ottica, è emblematico il sostegno ricevuto dal governo turco negli ultimi tempi da parte degli atleti più rappresentativi della nazionale di calcio. Si pensi al saluto militare collettivo perpetuato dai calciatori della nazionale nella sfida del 2019 contro l’Albania o ad altre occasioni in cui gli atleti si sono schierati apertamente in sostegno delle politiche militari di Erdoğan.

Ma lo sport può essere al centro del dibattito politico anche come dissenso e denuncia. Si pensi, per rimanere nell’ambito turco, alla stella dell’NBA Enes Kanter, che per le sue attività di dissenso rischia quattro anni di carcere.

Proprio Enes Kanter è uno dei protagonisti de “I Giusti dello sport”, un ebook edito dalla Fondazione Gariwo nel 2020 per le scuole e già consultato da migliaia di studenti. Nell’ebook sono racchiuse storie di ieri e di oggi che insegnano come qualche volta lo sport può “salvare il mondo”, perché i comportamenti degli atleti possono influenzare positivamente la vita democratica nelle nostre società.

Sulle responsabilità sociali degli sportivi Gariwo ha inoltre pubblicato “La Carta dello sport”, un documento sottoscritto da centinaia di atleti, giornalisti sportivi e gruppi di tifosi, frutto di un lavoro pluridecennale di studio della Fondazione su come i comportamenti e le scelte individuali possano cambiare la storia e salvare vite umane, soprattutto davanti a dittature e crimini contro l’umanità.

Per questo, ispirata dalle storie dei Giusti dello sport, la Fondazione Gariwo ha accolto l’idea della professoressa Giovanna Grenga di lanciare un appello all’Uefa affinché la partita inaugurale degli Europei (Italia-Turchia, venerdì 11 giugno all’Olimpico di Roma) venga arbitrata da una donna, possibilmente assistita da una terna tutta femminile. Sarebbe un gesto simbolico, trasmesso in diretta in tutto il mondo (e soprattutto in Turchia), dall’impatto molto forte. Del resto tra gli arbitri selezionati per gli Europei dalla Commissione dell’Uefa – come arbitro di supporto – c’è Stephanie Frappart, già nominata miglior arbitro del 2019 dal Globe Soccer Awards. Quale migliore occasione per vederla all’opera?

Tra coloro che hanno aderito e rilanciato la proposta segnaliamo senatrice Valeria Fedeli; la parlamentare Lia Quartapelle; l’europarlamentare Patrizia Toia; le giornaliste Silvia CostaEmanuela Audisio, Fiamma Tinelli e Caterina Soffici; Gloria Corgiolu, project manager Fondazione Giulini, e le consigliere comunali a Milano Marzia Pontone e Silvia De Marchi. L’idea è stata inoltre accolta, tra gli altri, da: Gabriele Albertini (già sindaco di Milano), Cesare Paroli (giornalista), Antonio Ferrari (giornalista), Bruna Osimo (consulente per le risorse umane), Rita Pavan (sindacalista), Alba Osimo (dalla docente e archivista), Flavia Massarini Ghislieri (capitano riservista dell’Esercito), Bertilla Arosio (impiegata), Saveria Spezzano (manager nella cooperazione internazionale), Gilda Romano (fondatrice di Renaissance Consulting), Simone Mornati (dirigente commerciale), Luca Zevi (architetto). 

Per sostenere l’appello di Gariwo, si può condividerlo sui social taggando @uefa o scrivendo a: media@uefa.ch e, per conoscenza, comunicazione@gariwo.net.

 

Tratto da gariwo.net

Foto di upporterhéninois