e2cdbebe-045e-4d9f-b462-eefaa23d0ab3-833x540-1

I tuoi occhi hanno un aspetto politico

Chi è familiare con la Fgei (Federazione giovanile evangelica in Italia) probabilmente sa che uno dei momenti più cruciali tra le sue attività interne è il Campo Studi, un campo di quattro giorni tenuto ogni due anni che vede giovani delle chiese battiste, metodiste e valdesi di tutta Italia riunirsi per riflettere, meditare e formarsi insieme su una particolare tematica.

Durante il XXI Congresso Fgei, quando sono stati stabiliti i temi dei prossimi momenti di formazione della Federazione – tra cui questo Campo Studi –, ci si è soffermati sulla questione della responsabilità politica, avvertendo la necessità di interrogarci su come, da giovani cristiani, siamo chiamati ad agire in un clima politico nazionale e internazionale sempre più teso e ostile. Da qui la decisione di realizzare un Campo Studi durante il quale approfondire insieme questioni quali l’impegno individuale e collettivo, l’educazione politica e l’identità sociopolitica, e imparare come dare forma pratica alla nostra chiamata profetica.

La staff ha iniziato il proprio lavoro verso la fine del 2019 in vista di un campo di circa cento partecipanti da tenersi ad aprile 2020. La pandemia, però, ha costretto prima il rinvio, poi la cancellazione del Campo nella sua modalità tradizionale, e si è dovuto trovare un formato alternativo per condividere il materiale preparato. Così è nato il “Campo Studi 2.0”, un percorso virtuale sostitutivo del campo in presenza, ma con lo stesso obiettivo di lasciare a ogni campista una testimonianza concreta e gli strumenti necessari per affrontare il tema della responsabilità politica. Dall’11 gennaio al 13 febbraio, dunque, sono state pubblicate sul sito della Federazione diverse attività e spunti di riflessione, da meditazioni e animazioni bibliche a quiz e giochi di ruolo, volti tutti a far ragionare sul perché dobbiamo agire come cittadini, e che cosa significa concretamente seguire Gesù nella realtà sociopolitica di oggi.

Come punto di partenza e filo conduttore del campo è stata scelta la poesia “Figli dell’epoca” della scrittrice polacca Wisława Szymborska, in cui si riflette su come, al contrario di quanto si penserebbe comunemente, ogni aspetto della nostra vita sia in realtà un “problema politico”: «Tutte le tue, nostre, vostre faccende diurne, notturne sono faccende politiche […] Perfino per campi, per boschi fai passi politici su uno sfondo politico», scrisse. La politica, infatti, non è soltanto «la scienza e l’arte di governare» così come la definisce la Treccani. Ogni nostro gesto è politico. Ogni nostra scelta, ogni nostra parola, ogni nostra decisione ha una dimensione e valenza politica, poiché incide non solo sulla nostra vita, ma anche su quella del nostro prossimo. Durante le diverse tappe di questo percorso online si è visto, dunque, che per operare in modo responsabile nel mondo occorre innanzitutto comprendere questa capacità della politica di legarci l’un l’altro, e quindi capire quanto sia necessario che ognuno di noi s’impegni a educarsi al meglio per un agire sociale consapevole e informato.

Per quanto il campo nel suo formato virtuale fosse stato stimolante e informativo – nonché necessario dato il proseguirsi dell’emergenza sanitaria –, inevitabilmente è mancato a tutti l’aspetto conviviale e intimo di un Campo Studi tradizionale. In questi campi solitamente si impara, si medita e si discute, certo, ma si canta anche, si ride, si chiacchiera con amici e amiche che molto spesso, a causa della lontananza geografica, si incontrano soltanto in queste circostanze. Così, si è deciso di concludere con una videoconferenza, svoltasi sabato 17 aprile, in cui è stato possibile riunirci tutti, staff e campisti, per confrontarci e riflettere insieme sul percorso intrapreso.

Il messaggio principale con cui ci siamo lasciati è stato questo: come cittadini, per agire in modo responsabile nel mondo dobbiamo mantenerci in formazione continua per analizzare criticamente la realtà e prenderne parte in maniera attiva; come credenti siamo chiamati a operare seguendo l’esempio di Cristo, accettando e attuando concretamente il suo messaggio di amore e accoglienza universale; e come cittadini e credenti insieme dobbiamo aprirci al prossimo, in modo che il nostro agire politico possa essere anche testimonianza attiva e responsabile della Parola di Dio. Perché, come scrisse Wisława Szymborska, che ci piaccia o no, i nostri geni hanno un passato politico, la nostra pelle una sfumatura politica, i nostri occhi un aspetto politico.