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Ramadan Kareem

Oggi le comunità musulmane del mondo iniziano il periodo di Ramadan (il secondo in tempo di pandemia) e lo fanno in un periodo difficile e condizionato dal punto di vista geopolitico da guerre, conflitti, da fenomeni di razzismo e xenofobia e di intolleranze.

«Che questo sia un tempo di pace e di unione. I musulmani presenti in Italia sono una componente attiva, fiorente e vitale della nostra società. Tuttavia – dice a Riforma.it Letizia Tomassone, pastora valdese a Firenze e membro della Commisione studi dialogo e integrazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) -; questa comunità di fede spesso ha difficoltà a riunirsi per le proprie preghiere ed è in parte schiacciata dalla disparità e dalla precarietà lavorativa. L’augurio è quello che, dopo questo tempo di riflessione e di spiritualità, si possa arrivare presto a un accesso a luoghi di culto più adeguati a una vera giustizia sociale».

Nel 2001, a pochi giorni dalla tragedia delle Torri Gemelle, per chiedere che si ponesse fine a una generalizzata fase d’intolleranza (islamofobica) rivolta verso le comunità musulmane, in Italia si decise di istituire una Giornata nazionale del dialogo cristiano-islamico (e da quell’anno celebrata ogni 27 ottobre).

Da allora, fortunatamente, molti passi in avanti sono stati fatti e le comunità musulmane presenti nel nostro paese sono, come afferma Letizia Tomassone, oggi parte attiva, fiorente e vitale della nostra società; seppur sussistano ancora difficoltà a livello giuridico: queste comunità religiose sono purtroppo ancora normate con la vetusta legge (di epoca fascista) del 1929, sui «Culti ammessi».

Un passo importante in tema di riconoscimento istituzionale è invece avvenuto nel 2017. Il primo febbraio di quell’anno, nella sede del Viminale, il Ministero dell’Interno con le principali Associazioni dei musulmani sottoscrisse il «Patto nazionale per un islam italiano».

Un «patto» strutturato in tre sezioni: una che richiamava i principi dell’ordinamento italiano in materia di libertà religiosa; un’altra che raccoglieva gli impegni delle associazioni islamiche di fronte allo Stato italiano e infine una terza, che esplicitava gli impegni del ministero dell’Interno.

Complessivamente si trattò di un documento, importante, «bilaterale», disse l’allora coordinatore del Consiglio per le relazioni con l’Islam, il professore e politologo valdese, Paolo Naso.

Lo scorso 21 marzo l’Unione delle Comunità islamiche d’Italia – Ucoii (organizzazione che rappresenta un significativa parte di musulmani in Italia) ha urlato con forza il suo No a tutte le intolleranze, schierandosi apertamente contro ogni forma di discriminazione.

L’ha fatto in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, istituita dalle Nazioni Unite nel marzo 1966.

Oggi, giorno d’avvio del Ramadan, l’Ucoii scrive: «Accogliendo con gioia il mese benedetto, che l’Altissimo accetti i vostri e i nostri sforzi e faccia sì che questo mese di digiuno sia fonte di pace e misericordia».

Oltre all’Ucoii, tra le importanti comunità musulmane presenti in Italia vi sono anche la Grande Moschea di Roma (il più grande luogo di culto musulmano in Europa realizzato dall’architetto Paolo Portoghesi) – Centro islamico culturale d’Italia (l’unica giuridicamente riconosciuta – Dpr del 21 dicembre 1974 n. 712) e la Comunità religiosa islamica italiana (Coreis), un’associazione nazionale di musulmani italiani attiva dagli inizi degli anni novanta, con la priorità di testimoniare e tutelare il patrimonio spirituale e intellettuale della religione islamica in Occidente.

L’autorevole Treccani con un’ottima capacità di sintesi ricorda che «Il ramadan si tiene il nono mese dell’anno lunare musulmano. Una prescrizione coranica stabilisce che in questo mese, nel quale avvenne la prima rivelazione, i musulmani debbano quotidianamente osservare, dall’aurora al tramonto, l’astinenza totale da cibi e bevande e dai rapporti sessuali (più tardi anche dal fumare). Le notti sono dedicate a pratiche devozionali e a festeggiamenti. La festività del piccolo bairam (in arabo al-‛īd aṣ-ṣaghīr “la festa piccola” o ‛īd al-fiṭr “la festa della rottura del digiuno”), ricorrente nel primo giorno di shawwāl, decimo mese dell’anno lunare musulmano, segna la fine del ramadan».

La Coreis per parte sua puntualizza che, «da una concertazione che la Coreis ha coordinato tra le informazioni del centro di astrofisica di Lyon e la prestigiosa Istituzione islamica del Rais al-ulama di Sarajevo in Bosnia e la grande Moschea di Roma, la notte del dubbio nella quale fare l’osservazione della luna per confermare inizio di Ramadan è: lunedì 12 aprile, laylat al-shakk per verificare se il primo giorno di digiuno potrebbe essere martedì 13 Aprile oppure Mercoledì 14 Aprile. Quest’anno – si legge ancora sul sito web del Coreis – i dati astronomici calcolano che lunedì sera la luna nuova potrebbe essere visibile nelle regioni del meridiano che riguarda anche l’Italia perché il crescente di luna dovrebbe avere 15 ore al momento del tramonto in Italia ma la visione, con telescopi, dipende dalle condizioni del cielo. In questa notte una commissione di musulmani di fiducia che si assumono la responsabilità di essere testimoni della luna nuova, con l’aiuto di strumenti di alta precisione, si è riunita e ci ha comunicato l’esito del loro servizio». E informa che ieri sera (12 aprile) la visibilità della luna in Italia non è stata possibile per le condizioni del cielo avverse. Di conseguenza, oggi martedì 13 aprile, sarà l’ultimo giorno del mese di Sha’ban e che il «Ramadan inizierà la sera dopo il tramonto. Il primo giorno di digiuno dunque sarà mercoledì 14 aprile, in-sha’Allah». E «rispettando nell’unità della fratellanza la differenza dei criteri e delle interpretazioni. Che Allah benedica il vostro Ramadan con pazienza e ispirazione!».

Approfittiamo dell’inizio del Ramadan per fare i nostri auguri ai fratelli e alle sorelle e per ricordare, ancora una volta, il nostro amico e collega Giovanni Sarubbi, direttore del Ildialogo.org che ci ha recentemente lasciati; da sempre coordinatore della Giornata nazionale del dialogo cristiano islamico.

Invitandovi a guardare Giovanni Sarubbi che intervista (sul tema Ramadan) il professor Adel Jabbar .

Infine ad ascoltare un’intervista recente, in ricordo di Sarubbi, realizzata dalla Radio Avventista Rvs (a cura di Roberto Vacca) al teologo cattolico Brunetto Salvarani, tra i promotori del primo Appello che dette vita alla Giornata nazionale del dialogo cristiano islamico.