sae-2

A Parma appello ecumenico per l’apertura di una moschea

Come associazione interconfessionale di laiche e laici che promuove l’ecumenismo e il dialogo a partire dal dialogo ebraico-cristiano, il Sae (Segretariato Attività Ecumeniche) – gruppo di Parma, manifesta i propri sentimenti di «fraternità e amicizia alla Comunità musulmana di Pama, che è stata privata del luogo in cui riunirsi e celebrare la propria fede». 

«Proprio oggi ha inizio il Ramadan, si legge nel comunicato del Sae – il mese islamico in cui ogni musulmana e musulmano intensificano la loro fede attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Noi cristiane e cristiani abbiamo potuto celebrare la Pasqua nelle nostre chiese, la Comunità islamica di Parma dove si riunirà?

Com’è noto, le ostilità da subito emerse contro la sede del Centro islamico di via Campanini, dove la Comunità si era trasferita nell’autunno del 2007, si sono reiterate in un lungo periodo di proteste ed azioni legali dei vicini che rifiutavano una collocazione approvata dalla stessa amministrazione comunale. Dopo alterne vicende, a metà marzo di quest’anno la Regione ha revocato l’iscrizione della Comunità al registro delle associazioni di promozione sociale con la conseguente proibizione dell’utilizzo del luogo che ospitava anche la preghiera comunitaria.

L’assenza di una legge sulla libertà religiosa che riconosca alla Comunità musulmana nazionale l’identità di ente religioso, e la mancanza di un’Intesa che regoli i suoi rapporti con lo Stato, fanno sì che in Italia, i musulmani debbano ripiegare su soluzioni precarie per esercitare il culto, sebbene sia un diritto garantito dalla Costituzione.

Infatti, la possibilità, per tutte le confessioni religiose (senza alcuna distinzione tra culto cattolico, acattolico con o privo di intesa) di vedersi riconosciuta l’assegnazione, da parte dei Comuni, di aree destinate al culto è stata più di una volta riaffermata anche dalla Corte costituzionale (vedere: Presidenza del Consiglio dei Ministri, L’esercizio della libertà religiosa in Italia, Roma 2013).

Come cristiane e cristiani, trovandoci di fronte a fatti che limitano la libertà di espressione della fede e il diritto a una piena cittadinanza, non possiamo tacere.

Mentre esprimiamo alla Comunità islamica di Parma la nostra piena solidarietà e assicuriamo la nostra preghiera, chiediamo all’amministrazione comunale l’impegno affinché quanto prima sia assicurato a ogni cittadina e cittadino di fede islamica e di ogni altra fede il diritto a riunirsi per pregare Dio in un luogo sicuro e in serenità».

Il gruppo di Parma del Segretariato Attività Ecumeniche (Sae)

Aderiscono all’appello:

Azione Cattolica di Parma

Associazione Viandanti

Movimento Ecclesiale di Impegno culturale (MEIC) Parma

Movimento dei Focolari/Comunità di Parma