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Chiese protestanti in Europa, l’impegno per i diritti delle minoranze

Nell’Unione europea ci sono circa 50 milioni di persone che appartengono a una minoranza nazionale o a una comunità linguistica minoritaria. Forniscono un forte contributo alla diversità linguistica e culturale dell’Europa. Insieme ad altri europei vogliono definire il futuro dell’Europa; un futuro in cui si tiene conto non solo delle grandi lingue o delle culture dominanti, ma anche delle minoranze. Pertanto rivendicano protezione e supporto per la conservazione della loro identità. Questo è ciò che richiede l’iniziativa Minority SafePack, oltre un milione di firme raccolte nel 2018 fra i cittadini europei per chiedere maggiore tutela delle minoranze. Questa proposta di iniziativa popolare era stata la quinta nella storia dell’Unione Europea a ricevere l’approvazione del Parlamento europeo dopo aver raccolto il quorum necessario di 1 milione di firme in almeno sette Stati membri per sollecitare l’esecutivo europeo ad avviare l’iter legislativo.

Gli organizzatori hanno incontrato la vicepresidente della Commissione europea per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, e la commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel, il 5.2.2020. 

Il 15.10.2020 si è tenuta un’audizione pubblica al Parlamento europeo. L’iniziativa è stata discussa nella sessione plenaria del Parlamento europeo del 14 dicembre 2020. Nella risoluzione approvata il 17 dicembre 2020, il Parlamento europeo ha espresso il proprio sostegno all’iniziativa.

Il 14.1.2021 la Commissione ha adottato una comunicazione in cui illustra le azioni che intende intraprendere in risposta all’iniziativa Minority SafePack – un milione di firme per la diversità in Europa. In sostanza si promette di applicare al meglio l’ampia legislazione in materia già esistente, ricordando che «l’inclusione e il rispetto per la ricca diversità culturale dell’Europa è una delle priorità e degli obiettivi della Commissione europea. Una vasta gamma di misure che affrontano diversi aspetti delle proposte dell’Iniziativa sono state adottate negli ultimi anni dalla presentazione iniziale dell’Iniziativa nel 2013. Sebbene non vengano proposti ulteriori atti legali, la piena attuazione della legislazione e delle politiche già in atto fornisce un potente arsenale a sostegno degli obiettivi dell’iniziativa».

La Comunione di Chiese protestanti in Europa (Cpce) ha confermato il suo impegno per i diritti delle minoranze nazionali e linguistiche del continente in un comunicato esprimendo le sue preoccupazioni per il rifiuto dell’accoglienza dell’iniziativa dei cittadini europei “Minority SafePack” da parte del Comitato europeo. «Nello spirito di unità nella diversità riconciliata, la Cpce desidera sostenere le tradizioni particolari delle sue chiese membro inclusa la diversità linguistica» afferma la dichiarazione.

Ecco il testo della dichiarazione della Comunione di chiese protestanti in Europa:

«In molti paesi, i protestanti rappresentano una percentuale molto bassa della società nel suo insieme, e ormai anche le chiese tradizionalmente grandi si stanno dirigendo verso la minoranza. Quindi il protestantesimo viene definito un fenomeno di minoranza. Questo è ancora più letteralmente il caso di alcune chiese protestanti in particolare, che hanno stretti legami con minoranze nazionali o linguistiche all’interno dei loro paesi.

Alcuni nutrivano grandi speranze per il successo dell’iniziativa dei cittadini europei “Minority SafePack” che richiedeva una migliore protezione giuridica per le minoranze linguistiche e nazionali. Tuttavia, nel gennaio 2021, la Commissione Europea ha respinto la sua domanda, ritenendo sufficienti le normative esistenti purché adeguatamente attuate a livello nazionale. Questa decisione è stata tanto più sorprendente per gli interessati, poiché una netta maggioranza aveva sostenuto Minority SafePack al Parlamento europeo nel dicembre 2020.

La Cpce ha affrontato le sfide che ribollono tra chiesa e nazione nel suo documento “Chiesa – Popolo – Stato – Nazione” (Documento Leuenberg n. 7), che è stato rieditato nel 2019, osservando: «Le lezioni spesso dolorose della propria storia dovrebbero portare le chiese oggi a essere tanto più attente a tali visioni fatalmente nazionaliste e tanto più fermamente a sostenere le minoranze che sono vittime di discriminazione».

L’ultima Assemblea Generale della Cpce, tenutasi a Basilea nel 2018, ha rilasciato un messaggio di pace per commemorare il centenario della fine della Prima guerra mondiale. Sotto il titolo “Insieme per l’Europa”, ha sottolineato che i diritti delle minoranze, alcuni dei quali sono sorti solo all’indomani della guerra, non sono ancora universalmente rispettati oggi. «Le Chiese protestanti della diaspora hanno spesso assunto anche il compito di coltivare e mantenere l’identità culturale e confessionale dei loro membri. […] Nel riflettere su una comprensione relazionale della “teologia della diaspora”, la Comunione di chiese protestanti in Europa promuove chiese e congregazioni che si percepiscono come un punto di collegamento “che unisce elementi separati senza eliminare la loro differenza”.

Nello spirito di “unità nella diversità riconciliata”, la Cpce desidera sostenere le tradizioni particolari delle sue chiese membro, inclusa la diversità linguistica. Attualmente stiamo pianificando una consultazione sul multilinguismo nel culto che probabilmente si terrà nella Transilvania multiculturale».

 

 Foto di John Hain da Pixabay