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Intercettazioni. Quando l’informazione è sotto controllo

Oggi pomeriggio alle 17,30 è prevista un’iniziativa on line promossa da Articolo21 e dalla Federazione nazionale della stampa italiana – Fnsi per denunciare «un vulnus democratico: le intercettazioni avvenute a danno di alcuni colleghi cronisti colpiti indagini forzate (nella ricerca spasmodica di verità distorte da narrazioni tossiche di una certa area politica) che hanno prodotto gravi anomalie: il segreto professionale violato; le intercettazioni a danno dei professionisti e i nomi delle fonti trascritti negli atti».

«Un fatto inaccettabile in un paese che si definisce democratico», scrive la giornalista Antonella Napoli, nel direttivo dell’Associazione Articolo 21 e direttrice del mensile Focus on Africa.

«Ben venga, dunque, l’annuncio del ministero della Giustizia e che ha disposto accertamenti, come ha dichiarato la ministra Marta Cartabia».

L’inchiesta, è quella di Trapani sulle Organizzazioni non governative (Ong) e la «gestione dei migranti».

«Una procedura che prelude dunque l’invio di ispettori per verificare l’operato dei magistrati trapanesi – scrive Napoli sul sito Articolo 21 – . Quanto trapelato finora è però inquietante. Un giornalista è sempre consapevole del fatto che quando raggiunge un luogo e documenta storie e racconta fatti scomodi può diventare egli stesso un bersaglio (come ho purtroppo sperimentato), ma ciò che emerge con le intercettazioni del caso Trapani, sconcerta.

Cronisti seri come Nancy Porsia (a lungo intercettata) Nello Scavo, Francesca Mannocchi e Sergio Scadura e altri colleghi, hanno sempre realizzato inchieste sui migranti e fatto scoop importanti, ora sono finiti nei «brogliacci» delle intercettazioni di alcuni indagati dalla Procura.

In particolare Nancy Porsia si è ritrovata al centro del «dossieraggio» di una società di security acquisito dalla procura di Trapani per ciò che ha divulgato e che continua a scrivere, diffondere, in tema di migrazioni.

Sembrerebbe, dunque, un vero e proprio tentativo di imbavagliare la stampa libera che se ne occupa: oggi l’unico baluardo contro la propaganda anti-migranti dilagante. Una campagna d’odio che invade i social network e che, purtroppo, spesso è sostenuta anche da alcuni media italiani.

Questi cronisti e croniste che illuminano e mostrano quanto accade nel Mediterraneo e nel continente africano, nonostante le costanti minacce ricevute e diffuse in rete – ma non solo –, proseguono per la loro strada e portano avanti un lavoro dal valore inestimabile.

Abbiamo, come Articolo 21 liberi di…, da subito sottolineato attraverso il nostro presidente Paolo Borrometi e la la nostra portavoce Elisa Marincola, quanto  siano inaccettabili queste intercettazioni lesive dell’art. 200 del Codice di procedura penale e dell’articolo 138 del Codice della Privacy, nonché dell’articolo 2 della legge 69/1963,  che tutela e stabilisce l’obbligo dei giornalisti di proteggere le fonti e le informazioni di cui vengono in possesso».

La diretta dell’incontro sarà disponibile sulla pagina facebook di Articolo 21 nazionale e su quella del Circolo Articolo 21 Piemonte e condivisa sulla pagina facebook di Riforma – Eco delle valli valdesi.

 Leggi l’articolo completo di Antonella Napoli su Articolo 21.