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La Diaconia Valdese sostiene il modello della funzione riparativa della pena

Far svolgere lavori di pubblica utilità ad imputati maggiorenni in messa alla prova, presso enti convenzionati. Ruota intorno a questa possibilità il protocollo sottoscritto dalla Ministra della GiustiziaMarta Cartabia, e dal Presidente della Diaconia ValdeseGiovanni Comba.

Il lavoro di pubblica utilità, inteso come prestazione non retribuita in favore della collettività, si potrà svolgere presso strutture della Chiesa Valdese e Metodista, presenti su gran parte del territorio nazionale, ma anche presso enti convenzionati sui quali la Diaconia, in veste di garante, eserciterà attività di coordinamento e supervisione. Uno specifico elenco, costantemente aggiornato, indicherà tutte le strutture dove sarà possibile svolgere le attività e costituirà parte integrante della convenzione da sottoscrivere a livello locale con il presidente del Tribunale competente per territorio. Tra i compiti previsti per le parti, la Diaconia individuerà attività e numero massimo di imputati che potranno essere inseriti contemporaneamente nel progetto, mentre il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità – DGMC favorirà i contatti tra le sedi territoriali della Diaconia Valdese e i corrispondenti tribunali, fornendo tutti i chiarimenti necessari sulla messa alla prova.

L’accordo siglato, che potrà considerarsi tacitamente rinnovato qualora alla scadenza dell’anno previsto non intervenga una disdetta, rappresenta un ulteriore passo in avanti nel potenziamento anche in Italia di un modello di giustizia di comunità in linea con le principali tradizioni europee. L’accettazione della funzione riparativa della pena da parte dell’imputato, vuol dire – tra l’altro – aiutarlo a sviluppare il senso di cittadinanza, il rispetto delle leggi e condurlo all’assunzione di comportamenti orientati alla partecipazione alla vita sociale.

«Lo scopo rieducativo della pena – ha ricordato la Guardasigilli Cartabia, durante la recente visita al Dipartimento per la Giustizia minorile – non è soltanto un dovere costituzionale ma un beneficio per l’intera società; e lo è massimamente quando si tratta di giovani che hanno davanti tutta un’intera vita. Offrire loro la possibilità di riscatto – ha aggiunto la Ministra – è anche la più efficace azione che si possa mettere in campo, a tutela della sicurezza e dell’ordine sociale”. Per la titolare del dicastero di via Arenula, infatti, ” la possibilità di svolgere lavori di pubblica utilità costituisce una parte integrante dei percorsi di messa alla prova. Una misura da diffondere e da sostenere».

«Con questo accordo – ha commentato il Presidente Giovanni Comba – la Diaconia Valdese prosegue il proprio impegno alla ricerca di nuove formule e modalità di intervento in ambito penale. Estremamente positivo il fatto che il Ministero intenda compiere tali azioni, a livello territoriale, coinvolgendo i propri uffici, i Tribunali e il terzo settore. Contiamo, a livello locale, di poter dare attuazione a questi progetti grazie all’impegno delle chiese metodiste e valdesi, delle opere diaconali locali, dei partner della società civile con i quali abbiamo avviato negli anni progetti tesi all’abbattimento delle diseguaglianze ed alla lotta all’esclusione sociale».