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Dio ci concede occasioni di conversione

Eppure, io ti avevo piantata come una nobile vigna, tutta del miglior ceppo; come mai ti sei trasformata in tralci degenerati di una vigna a me non familiare?
Geremia 2, 21

Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi
Apocalisse 2, 5

Da Gerusalemme e il popolo d’Israele in Geremia, alla Chiesa di Efeso in Apocalisse per giungere sino a noi nei nostri giorni, è un tempo lunghissimo attraversato da eventi memorabili.

Può essere anche il tempo in cui si sommano fedeltà e cadute, riscatti e smarrimenti.

Leggendo i due testi odierni proviamo del disagio, poiché non riusciamo ad afferrare il cuore del messaggio che ci è rivolto; infatti, sovente ci consideriamo espressione di un mondo adulto, che non desidera essere oggetto di critica. Riteniamo di possedere le risposte a gran parte degli interrogativi, pensiamo anche di dovere insegnare al mondo il modo migliore di vivere. 

In realtà, proprio in questi mesi abbiamo provato la frustrazione di vivere crisi complesse, per le quali non abbiamo comprensibili vie d’uscita. Eppure, in questi tempi avremmo molto da dire e da fare. Sono convinto che ci è stato affidato il patrimonio dell’Evangelo perché possiamo investirlo nella vita comune, donandolo generosamente quale dono da condividere. È accaduto che spesso ci siamo smarriti anche noi, scoprendoci inermi di fronte alle sfide del nostro tempo. Gli occhi del cuore e della mente si sono annebbiati ed è aumentata la distanza dalla Parola di Dio. È come se il nostro spirito non fosse più nutrito dal pane dell’Evangelo. L’appello del Signore, tuttavia, ci raggiunge ed Egli nella sua grazia ci concede tempo e occasioni di conversione. Non si tratta di adoperare gli strumenti del passato per l’annuncio di oggi, bensì di imparare ogni giorno a confrontarci col Signore con franchezza, invocandolo perché possiamo credere e comprendere la nostra vocazione di oggi.