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Aprirsi agli altri per condividere la Buona Novella

Mentre i bambini si scatenano in un “light party” nelle navate della chiesa, fra luci colorate e musica a tutto volume, i loro genitori, che spesso si trovano in chiesa per la prima volta dopo anni, possono chiacchierare e familiarizzare intorno al buffet, e non manca un laboratorio sulle tradizionali “Jack-o’-lantern”. Questa è infatti la festa di Halloween “alternativa” della chiesa anglicana di St Barnabas a Londra. Un modo nuovo per esprimere il messaggio di luce dell’Evangelo, spiega il pastore Andy Buckler, vicario della chiesa dal 2017, in un video intitolato “Church planting”, che racconta il percorso di profondo rinnovamento che ha toccato questa parrocchia per prima, seguita da un centinaio di altre a Londra, grazie alle “Fresh Expressions”.

Di queste nuove forme di realtà ecclesiastiche caratterizzate da aspetti innovativi e spontanei (due sfumature ben espresse dall’aggettivo “fresh”), avevamo parlato qualche anno fa, a proposito dell’assemblea generale della Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa (Cepple) tenutasi a Lisbona ai primi di ottobre 2018 e incentrata su questo tema. In tale occasione (ne avevamo parlato qui e qui) era stato proprio il pastore Andy Buckler a presentare questo modello anglosassone, in una relazione intitolata “La Chiesa di fronte a noi: sfide e prospettive”.

Un nuovo modo di «fare chiesa» e di «essere chiesa» (con un forte accento sull’aspetto dell’evangelizzazione) anche in luoghi non convenzionali, dalle stazioni ferroviarie ai pub, per non parlare della dimensione delle cosiddette “chiese digitali”. Una realtà che nel 2018 sembrava un po’ fantascienza, almeno alle orecchie dei protestanti italiani, ma che nell’ultimo anno abbiamo tutti imparato a conoscere meglio, sebbene le nostre chiese continuino a essere “in pietre e mattoni”.

Nato in ambito anglicano e diffusosi poi fra metodisti, Chiesa di Scozia, Esercito della salvezza, questo modello ha valicato la Manica e trovato applicazione in altri paesi.

In Francia, le chiese protestanti (Epudf) della “région Ouest” hanno elaborato un progetto (“Projet Zacharie”) proprio in collaborazione con la chiesa di St. Barnaba e Andy Buckler, che aveva cominciato il suo ministero come pastore nella Chiesa protestante unita di Francia (Epudf) diventando anche segretario nazionale per l’evangelizzazione e la formazione, prima di tornare, dopo diciassette anni, in Gran Bretagna. A promuovere  il progetto è stato il Consiglio regionale, che riunisce una quarantina di chiese locali, raggruppate in sette concistori (non tutte hanno un pastore in loco) e caratterizzate da un fenomeno di invecchiamento delle comunità rurali a fronte di una crescita abbastanza costante di quelle urbane. Si tratta di una vasta area, che corrisponde alla Bretagna, Paesi della Loira, Centro-Valle della Loira e Nuova Aquitania (Aquitania, Limosino, Poitou-Charentes).

Il consiglio della regione ha realizzato una collaborazione con la parrocchia londinese, partendo dall’idea che occorreva rimettere completamente in discussione il proprio modo di vivere l’appartenenza alla chiesa e di essere testimoni dell’Evangelo di Gesù Cristo. E non si trattava semplicemente di una scelta per “stare al passo con i tempi” o essere più vicini alla gente: era una questione di sopravvivenza. Infatti le due realtà erano accomunate da una situazione simile: un numero di fedeli che diminuiva inesorabilmente.

St. Barnaba era, spiega Jean-Luc Cremer, presidente della regione Ovest dell’Epudf (qui il breve messaggio e alcuni video), «una di quelle parrocchie dove si riunita una manciata di persone. Oggi ci sono quattro culti ogni domenica, diversi pastori e molte persone sono toccate dall’Evangelo». Il cambiamento è avvenuto anche perché «i pastori hanno cambiato il loro modo di vivere il ministero, mettendosi all’ascolto dei loro contemporanei, partendo dalle loro domande e dai loro bisogni, pur mettendo sempre la Bibbia al centro delle loro riflessioni».

Da qui il progetto Zaccaria, la proposta di un accompagnamento, da parte della chiesa di St. Barnaba, delle chiese locali della regione francese verso un’autentica conversione. Non si trattava, spiega ancora Cremer, «di fare un “copia-incolla”, ma di capire che cosa il Signore ci insegna quando decidiamo di condividere il Vangelo con coloro che non lo conoscono ancora».

La questione centrale, conclude, è «sfruttare questa dinamica per osare cambiare le proprie abitudini e aprirsi agli altri, non rassegnarsi fatalisticamente alla diminuzione dei membri». Al momento sono coinvolte sei-sette chiese locali della regione francese, ma Cremer è certo che l’esempio si diffonderà ancora.