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Donne. Voci profetiche di libertà e giustizia

«Cerchiamo di essere voci profetiche di libertà e giustizia, anche quando le norme sociali sono difficili da cambiare».

Questo è l’appello all’azione lanciato da Angela del Consuelo Trejo Haager, membro della delegazione della Federazione Luterana Mondiale (Flm) in occasione della 65a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne  che si concluderà il prossimo 26 marzo.

La Commissione sulla condizione delle donne (Csw) è il principale organismo intergovernativo mondiale dedicato esclusivamente alla promozione dell’uguaglianza di genere e all’emancipazione delle donne.

Una Commissione del Consiglio economico e sociale (Ecosoc) istituita dalla risoluzione Ecosoc 11 (II) il 21 giugno 1946.

Il Csw, dunque, è «uno strumento fondamentale per promuovere i diritti delle donne, documentare la realtà della vita delle donne in tutto il mondo e definire gli standard globali sull’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne».

Angela del Consuelo Trejo Haager è stata una delle prime donne ad essere ordinate nella Chiesa luterana messicana, e in occasione dell’evento tenutosi lo scorso 17 marzo (teso a esplorare come sfidare e cambiare le norme sociali che continuano a ostacolare il progresso verso l’uguaglianza di genere) ha ripercorso la lotta portata avanti dalle donne nel suo paese, per ottenere il diritto di voto. Trejo è teologa, professoressa di ermeneutica biblica femminista e teologa di genere e di storia della chiesa.

L’evento tenutosi lo scorso 17 marzo è stato promosso dalla Federazione luterana mondiale, in collaborazione con Act-Alliance, l’Islamic World Relief, Side by Side, il Consiglio ecumenico delle Chiese, Christian Aid, Religions for Peace e All Africa Conference of Churches.

Uno tra i tanti eventi paralleli lanciati dalle organizzazioni non governative che stanno prendendo parte al Csw-65 e che quest’anno ha come focus la piena ed effettiva partecipazione delle donne nei processi decisionali nella vita pubblica.

Trejo, coordinatrice della Rete per la giustizia di genere latinoamericana e caraibica della Flm, ha osservato che «la lotta per il suffragio femminile in Messico è iniziata tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, sebbene non sia realizzata compiutamente sino alle elezioni federali del luglio 1955 e dove le donne poterono votare per la prima volta».

Anche allora, ha ricordato, «c’erano molte restrizioni imposte alle elettrici donne, che dovevano “ascoltare i consigli dei loro mariti” e anteporre sempre i “doveri domestici” alla partecipazione sociale o politica».

Nel corso dei decenni, ha proseguito Trejo, «le donne messicane hanno continuato a sfidare i discorsi patriarcali per alzare una voce forte e chiara per denunciarne l’ingiustizia e per rivendicare i loro spazi nella pubblica piazza. Hanno dimostrato – ha proseguito Trejo – che è possibile cambiare le norme sociali, anche se c’è ancora molto lavoro da fare come donne, e di fede, per promuovere la giustizia di genere nel paese, che presenta uno dei più alti tassi di femminicidi al mondo».

Altra delegata della Flm che ha preso parte all’evento online è stata la Faustina Nillan, direttrice nazionale per i servizi dedicati alle donne e ai bambini della Chiesa evangelica luterana in Tanzania e coordinatrice del movimento tanzaniano di fede Side by Side (per la giustizia di genere), che ha ricordato quanto sia importante «sfidare e cambiare le norme sociali profondamente radicate nel Paese, e tra queste certamente la più grave è quella delle mutilazioni genitali femminili, che continua a colpire una donna su 10».

I partecipanti hanno infine ribadito quanto sia necessario (per poter cambiare le norme patriarcali) creare partenariati efficaci tra donne e uomini, in particolare tra i membri di diversi gruppi di fede, che insieme rappresentano oltre l’ottanta per cento della popolazione mondiale.