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Torre Pellice. Pensieri ai piedi della croce

Questo che ci avvicina alla Pasqua è un tempo difficile, siamo tutti affaticati dai pesi che portiamo sulle spalle da oltre un anno, dalla pandemia che ha stravolto le nostre abitudini e ha accentuato il dolore in molte famiglie.

Un tempo di preoccupazione, non solo dal punto di vista dell’emergenza sanitaria, ma anche nell’incontro con il nostro prossimo e nella partecipazione alle varie attività, comprese quelle legate alle chiese. Un periodo in cui la stanchezza rischia di predominare.

La chiesa valdese di Torre Pellice (To) propone una semplice, ma molto significativa, iniziativa. L’invito a portare davanti a Dio, in preghiera, le nostre preoccupazioni, i nostri ringraziamenti, le paure e le speranze, ma anche le lamentele e le grida di dolore o di rabbia. Un modo per permettere alle persone di sentirsi partecipi nel contesto di queste settimane del tempo della Passione, che precedono la Pasqua, anche a distanza e senza il momento cultuale.

Spiega Karola Stobäus, diacona della chiesa valdese di Torre Pellice, «L’idea nasce per dare di nuovo una possibilità alle persone di esprimersi. Perché abbiamo bisogno di dire a Dio, forse persino di urlare, le paure, le angosce, le solitudini, i timori, gli scoraggiamenti, la fatica che ci portiamo appresso da più di un anno. Ma anche parlargli delle nostre speranze, dei nostri cari, del nostro futuro e di quello del nostro mondo. Abbiamo piantato una grande croce di legno nel prato davanti al tempio in via Beckwith, con una cassetta della posta ai piedi della croce e un’altra cassetta in cui si possono trovare foglietti di carta, penne e pennarelli. Pensiamo sia utile condividere i pesi che portiamo, la stanchezza e la pesantezza dell’anno che abbiamo alle spalle, quindi scrivete ciò che avete nel cuore su un  foglietto, lasciatelo nella cassetta, deponetelo con fiducia, “ai piedi della croce”, davanti a Dio. A Torre Pellice abbiamo sospeso i culti in presenza, al momento, ma tutti i biglietti depositati andranno a costruire parte della liturgia del culto di Pasqua, che vorremmo tenere all’aperto, sul prato davanti al tempio. Saranno letti e condivisi durante il culto, diventando così la preghiera di tutta la comunità».

Fino alla domenica di Pasqua l’invito quindi è, per chi può e vuole, quello di lasciare un proprio pensiero, una preghiera, una riflessione, una paura, anche in forma anonima, nella cassetta posta ai piedi della croce di legno.

Chi non potesse o non volesse recarsi fisicamente al tempio, potrà lasciare il suo scritto, anche utilizzando il seguente link: http://tiny.cc/aipiedidellacroce