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Case di riposo: rilanciato il grido di allarme

Sono trascorsi cinque mesi dal 2 novembre 2020, data della prima comunicazione congiunta a cura della Diocesi di Pinerolo, Diocesi della provincia di Cuneo, Diaconia Valdese Valli e Associazione Provinciale Cuneese Case di Riposo, al presidente della Giunta della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Comunicazione che metteva in evidenza la grave crisi delle strutture per anziani e disabili, aggravata dalla situazione pandemica contingente.

Le residenze per anziani non ce la fanno più, sono in grande sofferenza e, se non si interverrà concretamente con la massima urgenza, molte di esse dovranno chiudere, con rilevanti ricadute a livello territoriale.

La pandemia ha generato un aumento esponenziale dei costi per gli acquisti di D.P.I.,(dispositivi di protezione individuali) per la sanificazione, per la riorganizzazione gestionale e per l’aumento ingiustificato delle polizze assicurative; contemporaneamente, ha portato ad una riduzione di posti letto occupati a causa sia della complessità delle indicazioni fornite dall’unità di crisi della Regione Piemonte circa i nuovi inserimenti in struttura, sia del timore delle famiglie legato alle procedure di isolamento preventivo e all’impossibilità di poter far visita ai propri cari e anche in relazione ai mancati convenzionamenti da parte delle Asl.

Nel mese di dicembre, l’ufficio stampa della Regione Piemonte aveva comunicato l’erogazione di ristori per 40 milioni di euro a sostegno delle case di riposo; sono trascorsi quasi tre mesi, ma le strutture non hanno ricevuto nulla, anzi, a oggi pare, da dichiarazioni fatte da alcuni giornali, che non sia affatto scontato che questi aiuti verranno erogati davvero.

L’Associazione Provinciale Cuneese Case di Riposo (rappresentata dal presidente Silvio Invernelli), le diocesi della provincia di Cuneo e di Pinerolo (rappresentate da Mons. Marco Brunetti, Mons. Piero Delbosco, Mons. Egidio Miragoli, Mons. Cristiano Bodo, Mons. Derio Olivero), la Diaconia Valdese (rappresentata da Marco Armand Hugon), Confcooperative Cuneo (rappresentata da Alessandro Durando) si sono riunite il 15 marzo, e lanciano un ulteriore appello alla Regione Piemonte e al presidente della Giunta, Alberto Cirio, perché vengano presi provvedimenti tempestivi e adeguati per far fonte alla grave crisi che vede coinvolte le case di riposo. Chiedono con forza «di non far morire queste realtà territoriali che, (a oggi solo nella provincie di Cuneo e nel pinerolese vi sono circa 4600 posti letto accreditati e circa 3000 lavoratori) molto spesso, sono i motori delle realtà più marginali, di non negare il problema, aspettando che la criticità si risolva da sé, con la chiusura delle strutture».

E ancora si chiede, «a tutela degli ospiti, delle famiglie e di tutti i lavoratori che, a vario titolo, sono coinvolti, che la Regione Piemonte, attraverso i suoi assessorati, attivi immediatamente azioni concrete e efficaci, a supporto di tutto il comparto delle case di riposo piemontesi, che non possono più attendere promesse da mercanti».