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«Un passo indietro»

Martedì 16 marzo il Governo del Regno Unito ha pubblicato la Revisione integrata della sicurezza, difesa, sviluppo e politica estera, in cui è previsto l’incremento del 40% del numero di testate nucleari che il Paese può detenere (da 180 si passerebbe a 260 testate nucleari).

Questa decisione è stata descritta come un “passo indietro” in una dichiarazione rilasciata sempre martedì dai leader di chiese cristiane di diversa denominazione (Chiesa anglicana, Unione battista, Chiesa cattolica romana, Chiesa riformata unita, Chiesa metodista, Quaccheri).

«La decisione del Governo contenuta nella Revisione integrata della sicurezza, difesa, sviluppo e politica estera, di aumentare di oltre il 40% il numero di testate nucleari Trident che il Regno Unito può immagazzinare, è un passo indietro che non renderà nessuno di noi più sicuro», è l’incipit della dichiarazione.

Mettendo fine a tre decenni di graduale disarmo, la Gran Bretagna opera una inequivocabile inversione di rotta circa i propri impegni internazionali in questo ambito. Il piano nucleare britannico inoltre appare un ingente spreco di risorse pubbliche per un paese che, a livello europeo, sta pagando il prezzo più alto in termini di vite e di crisi economico-sociale a causa dell’epidemia di Coronavirus.

«I nostri sottomarini Trident trasportano già testate che in totale hanno una resa esplosiva equivalente a centinaia delle bombe sganciate su Hiroshima – prosegue la dichiarazione–. È immorale che il Governo britannico stia impegnando risorse, che potrebbero essere spese per il bene comune della nostra società, per accumulare ancora più testate nucleari».

Nella dichiarazione si ricorda che negli ultimi 50 anni, il Trattato di non proliferazione nucleare ha limitato l’aumento del numero di armi nucleari in tutto il mondo, nonché il numero di nuovi Stati dotati di armi nucleari. Secondo i leader delle chiese cristiane, l’annuncio dato dal Governo del Regno Unito mette a repentaglio questi risultati e indebolisce l’azione collettiva sulla non proliferazione che si persegue attraverso il dialogo e la diplomazia.

«Come persone di fede – si conclude la dichiarazione – ci uniamo a milioni di persone in tutto il mondo che stanno lavorando per l’eliminazione degli arsenali nucleari. (…) Riteniamo che la “Gran Bretagna globale” dovrebbe perseguire relazioni internazionali pacifiche e cooperative, e compiere uno sforzo comune nella lotta al cambiamento climatico, alla povertà globale e ad altre sfide. Questo annuncio del Governo ci porta in una direzione preoccupante e completamente sbagliata».