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Quaresima e Tempo della Passione

Il 21 febbraio è stata la prima domenica del periodo di Quaresima. Per i protestanti, questo tempo deve essere utilizzato per sviluppare la vita spirituale, leggere la Bibbia, meditare e pregare.

Dal mercoledì delle ceneri al sabato di Pasqua si contano quarantasei giorni. Tuttavia, come indica la sua etimologia (dal latino, “quarantesimo”), la Quaresima comprende solo quaranta giorni; semplicemente le sei domeniche del periodo non vengono contate. Nella Chiesa primitiva, la Quaresima corrispondeva a un tempo di preparazione dei catecumeni al battesimo, celebrato la notte di Pasqua. Era un tempo di penitenza, cioè di pentimento per gli errori commessi, quando i cristiani praticavano il digiuno e l’astinenza dalla carne. Questa pratica si riferiva ai quaranta giorni di digiuno di Gesù nel deserto (Matteo 4, 2 e Luca 4, 1-2).

La Riforma non ha rifiutato la Quaresima, ma ha fatto un passo indietro rispetto alle pratiche penitenziali. Queste sono rimaste molto rigide nell’ortodossia ma sono diventate meno stringenti nel cattolicesimo. «Nel XVI secolo, la critica dei riformatori si concentrava su quelle cose che bisognava fare per essere degni di ricevere la salvezza, come le indulgenze o il digiuno», ricorda Nicolas Cochand, docente di teologia pratica presso l’Istituto protestante di teologia, in Parigi. Oggi, da un punto di vista protestante, la Quaresima è soprattutto un tempo di solidarietà con i più poveri, un tempo di astinenza, ad esempio dall’alcol, e un tempo di esplorazione per una ricerca spirituale contemporanea, di una vita più semplice. Questa idea di felice sobrietà può benissimo essere ricondotta a Calvino».

È la tradizione luterana che dà più spazio alla Quaresima nelle sue liturgie, in particolare attraverso la celebrazione del Mercoledì delle ceneri. «La Quaresima è un momento in cui meditiamo sul significato della passione e morte di Gesù», spiega Sophie Letsch, pastora luterana della comunità Hauts de Bruche (Unione delle Chiese protestanti dell’Alsazia e della Lorena, Uepal), nella regione francese del Basso Reno. Il fatto che Cristo si unisca a noi nella nostra debolezza ci rende consapevoli dei nostri limiti e possiamo sentire tanto più la sua grazia. La Quaresima è un momento in cui ci rifocalizziamo, dove ridefiniamo le nostre priorità». Quest’anno Sophie Letsch è stata particolarmente coinvolta in una nuova proposta, le “Parentesi di Quaresima “: ogni mercoledì di Quaresima, l’Uepal mette a disposizione sul proprio sito risorse per vivere questo tempo, nel contesto della crisi sanitaria.

Per le chiese protestanti storiche in Italia la Quaresima non rientra nel vocabolario, come ben spiegato durante una puntata della trasmissione Culto Evangelico dal pastore Luca Baratto: «Le chiese evangeliche del nostro paese – almeno quelle che seguono l’anno liturgico – preferiscono chiamare questo periodo «Tempo della Passione». Ciò corrisponde allo svolgersi del racconto dei vangeli che, dopo gli inizi in Galilea, vedono Gesù dirigersi verso Gerusalemme: un viaggio difficile, costellato da incomprensioni con i discepoli, e soprattutto dall’annuncio che in quella città Gesù sarà preso e ucciso. È il momento di riflettere su che cosa significhi seguire quel Gesù che invita ognuno a prendere la propria croce.

Dunque «Tempo della Passione». C’è, però, anche da dire che i protestanti italiani non usano la parola Quaresima perché a essa è legata una spiritualità che non appartiene loro. A un evangelico suona strano che ci sia un particolare periodo dell’anno da dedicare alla contrizione e al pentimento; in realtà, l’intera vita di un credente è la conferma di essere un peccatore perdonato. Allo stesso modo, non appartiene alla mentalità protestante l’obbligo religioso di rinunce o penitenze. Scrive il profeta Isaia che il vero digiuno non è dedicare un giorno all’astinenza dal cibo, ma saper dividere il pane con chi ha fame».