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La sfida dell’annuncio tra potenza e incapacità

Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?» Allora io risposi: «Eccomi, manda me!»
Isaia 6, 8

Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostrio; vi supplichiamo nel nome di Cristo; siate riconciliati con Dio
II Corinzi 5, 20

La visione del Signore che il nostro autore narra ci parla di un’esperienza di vita assolutamente trascendente. La presenza di Dio che egli vede non è circoscritta al Tempio, anzi, quel luogo fa avvertire maggiormente la trascendenza e si presta ad essere, per il Signore, soltanto un punto d’appoggio, uno sgabello della sua immensità. La Terra tutta è come un Tempio su cui governa la serena presenza di Dio tre volte santo. La santità di Dio è espressione esplicita della sua alterità: Dio è santo perché è “Altro”. Il fumo riempie il Tempio come una nube che manifesta e nasconde allo stesso tempo la presenza, e Isaia non è capace di abbracciare completamente la visione della maestà ma può contemplarla. Nel farlo egli non può che avvertire quel senso di nullità che tante volte anche noi sentiamo quando siamo sorpresi dalla straordinarietà di certi eventi.

Come esseri mortali ci sentiamo piccoli, incapaci per tutti i nostri limiti e difetti nel momento in cui ci confrontiamo con la presenza ed il volere del Signore.

A Dio non sfugge questa nostra condizione, tuttavia egli ci chiama e allo stesso tempo ci prepara a compiere il suo proposito. La mediazione tra la grandezza del Signore e la nostra piccolezza umana ci è data dalla grazia che, come un carbone ardente, purifica le nostre labbra e ci rende pronti ad annunciare la sua volontà. Una volontà che ci interpella personalmente e alla quale siamo noi per primi, chiamati a rispondere. La risposta di Isaia la conosciamo, ma qual è la nostra oggi?

Possiamo “guardare il dito o contemplare la luna”, scegliere di vivere nell’inadeguatezza o per la sua grazia, rinchiuderci nel silenzio o agire nella sua parola.

Nella dimensione del dubbio su noi stessi e sulle nostre capacità gioca un ruolo fondamentale l’amore di Dio che perdona, purifica e prepara le nostre esistenze per essere esattamente ciò che egli desidera.

Immagine: Profeta Isaia, Basilica di San Vitale (Ravenna)