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Cambiamento climatico: parlano i giovani metodisti

È in corso il periodo di Quaresima durante i quali si è chiamati alla riflessione e alla preghiera. I giovani metodisti propongono che i pensieri vengano rivolti al Creato così come ci è stato affidato e a come vogliamo tramandarlo.

La riflessione non vuole prepararare solo al prossimo importante appuntamento liturgico, ma anche alla Cop 26, la conferenza internazionale sul cambiamento climatico.

Di concerto con le Chiese Metodiste di tutto il mondo, anche quelle italiane partecipano al dibattito, e sono soprattutto i giovani ad essersi organizzati per essere i primi fautori del cambiamento. Irene Abra, referente per l’Italia del progetto Cop 26 dice: «Il progetto sta andando molto bene,abbiamo cominciato ad incontrare alcuni giovani del Settimo Circuito e attraverso questi incontri stiamo cercando di sensibilizzare i ragazzi sul tema della giustizia climatica: uno dei focus su cui si basa la campagna internazionale che stiamo sviluppando insieme al team internazionale. Quest’ultima iniziativa nasce per invitare ad avere, in questo tempo di Quaresima, una maggiore consapevolezza del nostro dovere come cristiani, soprattutto nel nostro approccio nei confronti del creato».

«La Quaresima – continua Abra – è uno dei momenti più simbolici nella vita di ogni cristiano. Rappresenta un momento di riflessione e di rinuncia». Il momento giusto quindi, per pensare in prima istanza a tutto quello che abbiamo di troppo, al modo in cui viviamo i beni di consumo e a come accogliamo e ci prendiamo cura delle risorse del pianeta.

L’iniziativa dell’Opcemi parla di rimodellare noi stessi e le nostre abitudini, secondo l’ispirazione di Gesù. I giovani portavoce del messaggio sono ben consapevoli del tipo di società in cui sono cresciuti, nella quale il consumo e la globalizzazione, combinati assieme, assumono il volto dello sfruttamento delle risorse e della manodopera. I valori portanti devono essere altri, e possono cambiare partendo da piccole rinunce, piccoli gesti. «Questa iniziativa nasce proprio per far capire anche meglio cosa significa essere anche guardiani del Creato e soprattutto cosa significa rimodellare le nostre esigenze e le nostre abitudini che non sempre sono sostenibili. La campagna è promossa dai giovani ed è anche diretta a loro, perché siano sempre di più quelli che fanno parte di questa rete e perché la sensibilità trovi uno sbocco nella vita di tutti loro e di coloro che verranno dopo».

Oltre che uno sguardo intergenerazionale, il percorso verso la Cop 26 ha anche una eco internazionale, nel team dei giovani metodisti sono presenti infatti rappresentanti da ogni continente. «Questo aiuta anche a capire quanto siamo uniti – continua Irene Abra – Nonostante le nostre difficoltà e le nostre differenze a livello culturale, siamo insieme per un obiettivo comune, cioè lavorare più intensamente per la giustizia climatica. Quindi questo permetterà ai ragazzi italiani di capire quanto sia fondante questa tematica e quanto coinvolga tutti a prescindere dal paese di provenienza». Come dice il titolo dell’iniziativa, cambiamento è la parola chiave: «Vivere la Quaresima in un clima di cambiamento dà l’opportunità di renderci sempre più conto di quanto ogni singola azione possa veramente avere un piccolo impatto per noi ma allo stesso tempo anche un grande impatto a livello globale».